Il piano europeo per i migranti: centri di trattenimento in Africa, codice per le Ong

by Alberto D'Argenio | 28 Agosto 2017 9:00

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BRUXELLES. I grandi d’Europa riuniti oggi a Parigi daranno il loro sostegno alle politiche migratorie italiane e cercheranno di lanciare un piano europeo, sul quale poi far convergere gli altri partner Ue, per chiudere la Rotta del Sahel che porta i migranti in Libia. E’ questo l’obiettivo del vertice organizzato da Emmanuel Macron al quale parteciperanno Merkel, Gentiloni e Rajoy. Un format che prevede anche una presenza europea con Federica Mogherini e coinvolge i paesi africani con l’arrivo a Parigi dei leader di Libia, Niger e Ciad. Sullo sfondo l’idea, che poi sarà sviluppata a livello europeo nel corso dell’autunno, di aiutare i paesi del Sahel a costruire campi dove raccogliere i migranti nel rispetto dei diritti umani prima del loro ingresso in Libia per poi, questa è l’intenzione del momento, procedere al rimpatrio volontario di quelli economici e all’accoglienza in Europa di chi ha diritto alla protezione internazionale. C’è anche il sostegno al lavoro della Guardia costiera libica, con l’impegno a favorire la costruzione di nuovi campi Unhcr dove accogliere i migranti che restano bloccati in Tripolitania.

Ieri la stessa Merkel ha riconosciuto che «non è possibile lasciare sole Italia e Grecia solo per la loro posizione geografica». Il vertice voluto da Macron riprende e cerca di razionalizzare una serie di idee — a partire dal coinvolgimento dei paesi del Sahel — che da tempo circolano tra le capitali, in particolare tra Farnesina, Viminale e il team di Mogherini. Non a caso i quattro big dell’Unione promuoveranno le ultime misure italiane: «Germania, Francia, Spagna e Alto rappresentante Ue — reciterà la dichiarazione finale — si felicitano per le misure prese dall’Italia nel rispetto del diritto internazionale. Il codice di condotta sui salvataggi in mare è un passo positivo per migliorare coordinamento ed efficacia dei salvataggi.

I capi di Stato e di governo chiedono a tutte le Ong che operano in zona di firmare il codice e rispettarlo». Ancora, Berlino, Parigi e Madrid «continuano a sostenere l’Italia in particolare intensificando i ricollocamenti e fornendo il personale necessario a Frontex e all’Ufficio europeo che si occupa di asilo». Promosse anche le intese tra Roma e le 14 comunità locali libiche volte a contrastare il business dei trafficanti di esseri umani. Stesso discorso sulla cooperazione con Niger e Ciad, paesi di transito che possono aiutare a chiudere i flussi, così come l’impegno a lavorare con i paesi di origine dei migranti per bloccare le partenze.

Fonte: Alberto D’Argenio, LA REPUBBLICA[1]

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  1. LA REPUBBLICA: http://www.repubblica.it/

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