Vladimir Putin risponde alle sanzioni: Cacciati 755 diplomatici Usa
Washington. Vladimir Putin dichiara di «aver esaurito la pazienza con gli Stati Uniti» e dà il via libera ufficiale all’espulsione di 755 diplomatici americani. In un’intervista alla tv di stato Rossiya 1 , il leader del Cremlino è netto: «Abbiamo aspettato per un po’ un miglioramento delle relazioni con gli Usa, ma considerando tutto, se qualcosa cambierà non sarà a breve». La delegazione ufficiale degli Usa dovrà ridursi a 455 persone. Lo stesso numero dei rappresentanti russi in America, dopo che nel dicembre scorso l’amministrazione di Barack Obama aveva espulso 35 funzionari.
Solo nell’Ambasciata di Mosca gli addetti sono circa 1.100, poi ci sono i consolati di San Pietroburgo, Ekaterinburg e Vladivostok.
Il foglio di via ai funzionari americani è la reazione alla legge appena approvata dal Congresso di Washington: altre sanzioni a carico di Russia, Corea del Nord e Iran. Trump non l’ha ancora firmata, ma ieri il suo vice, Mike Pence ha assicurato che «lo farà».
Lo stesso Putin interpreta così la fase politica: «È venuto il momento di mostrare agli Stati Uniti che non lasceremo le loro azioni senza risposta. Hanno assunto posizioni che peggiorano i nostri rapporti bilaterali e possiamo mettere in campo anche altre misure per rispondere». Il leader russo è sicuramente irritato per l’iniziativa di Capitol Hill: le misure restrittive fanno riferimento non solo all’annessione della Crimea nel 2014 e alla destabilizzazione dell’Ucraina orientale, ma anche alle interferenze nella campagna elettorale del 2016.
Putin contava almeno di attenuare questo atteggiamento punitivo e aveva investito politicamente nel confronto diretto con Trump. I due si sono finalmente incontrati nel G20 di Amburgo, il 7e l’8 luglio scorsi. Si erano anche parlati a lungo, in un meeting ufficiale e poi in una conversazione non prevista, nella cena di chiusura. Ne era uscito un risultato concreto: la tregua in alcune regioni della Siria. Ma ora il numero uno del Cremlino fa sapere di essere deluso: il nuovo corso non c’è e non si vede neanche all’orizzonte.
Trump, almeno per ora, ha accettato l’impostazione del Congresso, che peraltro gli ha tolto i margini di manovra sulle sanzioni. Pesano anche le scelte del generale James Mattis, il Segretario alla Difesa, iper scettico nei confronti di Mosca. Putin, allora, mostra al mondo che non si fa impressionare e che, anzi, è pronto ad adottare ulteriori rappresaglie. Un avvitamento pericoloso per i due Paesi e per gli europei che nelle ultime settimane hanno cercato di accorciare le distanze con il Cremlino. L’esempio più chiaro: l’iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron che ha invitato prima Putin e poi Trump all’Eliseo.
Il presidente americano, però, ieri si è dedicato a Cina e Corea del Nord. Il regime di Kim Jong-un continua i lanci sperimentali di missili. Trump ha twittato: «Sono molto deluso dalla Cina. I nostri sciocchi leader del passato hanno consentito ai cinesi di incassare miliardi di dollari all’anno con gli scambi commerciali, eppure la Cina non fa nulla per noi con la Corea del Nord. Non consentiremo che vada avanti così a lungo».
FONTE: Giuseppe Sarcina, CORRIERE DELLA SERA
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