by Yurii Colombo | 28 Giugno 2017 17:44
Ieri mattina l’ufficiale dei servizi segreti ucraino Maksim Shapoval è rimasto ucciso in un attentato terroristico nel centro di Kiev. La Mercedes su ci viaggiava, è esplosa a causa di due bombe poste nella parte posteriore dell’auto. L’ufficiale di 29 anni, secondo Interfax, era attivo nell’attività di spionaggio e controspionaggio nel Donbass, zona di guerra da ormai tre anni tra Kiev e le «Repubbliche popolari». Le reazioni del mondo politico ucraino non si sono fatte attendere. Per la deputata della Rada Irina Friz «gli attentati nelle città ucraine dimostrano all’opinione pubblica internazionale che nel paese esiste un terrorismo finanziato, organizzato e sostenuto dalla Russia». Una opinione condivisa dalla stragrande maggioranza dei parlamentari.
Solo qualche ora più tardi un violentissimo cyber-attack – il più importante mai registrato in Ucraina – per mezzo di una versione modificata del potente virus «Petya.A», ha messo fuori uso i sistemi informatici dell’aeroporto internazionale di Borisopol, delle ferrovie di Stato e della metro di Kiev, provocando interruzioni dei servizi e ritardi. Colpite dal virus anche la sede del governo, dei servizi postali, alcuni canali televisivi, le principali banche e le aziende dei settori della comunicazione come la Ukrenergo e Ukretelkom.
Un attacco che colpito oltre 80 enti, e che ha bloccato buona parte delle attività del paese per alcune ore. I servizi di sicurezza hanno subito indicato tra i colpevoli «gli hacker russi in servizio presso il Cremlino o presso i ribelli del Donbass» e hanno parlano di una azione coordinata e preparata nei dettagli. Tuttavia negli ambienti della sinistra ucraina si fa notare che hacker di area libertaria da tempo stavano propagandando una cyber-action «contro la corrotta oligarchia che domina il paese». Ipotesi che ha preso consistenza in serata, quando è stato reso noto che sono stati attaccati con lo stesso virus i portali del gruppo di Abramovic e della Rosneft russa. E così mentre l’Ucraina scivola nel caos, il presidente Poroshenko continua il suo tour internazionale. Ieri ha incontrato Macron che a parole non ha fatto mancare il suo sostegno alla causa ucraina.
Tuttavia per quanto riguarda i tanto sperati aiuti militari attesi da Kiev, il presidente francese ha fatto orecchie da mercante.
A Parigi, come in altre cancellerie europee, si teme che un’escalation nel Donbass potrebbe avere conseguenze incontrollabili. Lo stato maggiore ucraino comunque si è detto convinto che gli aiuti arriveranno. Se ne riparlerà il 1 luglio quando Poroshenko incontrerà a Bruxelles i vertici Nato e Ue.
FONTE: Yurii Colombo, IL MANIFESTO[1]
Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2017/06/ucraina-kiev-tilt-attacco-informatico-ucciso-un-ufficiale-dei-servizi-segreti/
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