Gay Pride itinerante per i diritti di tutti. In piazza Cgil e Uil

Gay Pride itinerante per i diritti di tutti. In piazza Cgil e Uil

Loading

ROMA. Il Gay Pride torna a sfilare oggi a Roma, Pavia e Udine. Nella Capitale, il corteo si snoderà da piazza della Repubblica (ore 15) fino a piazza Madonna di Loreto. A Udine, invece, (la partenza è alle 15 in via Leopardi) è una prima assoluta di tutta la regione Friuli Venezia Giulia.

La manifestazione del movimento Lgbtqi è itinerante: è partita lo scorso 27 maggio da Arezzo e proseguirà fino al 19 agosto, toccando 24 città italiane.

«Corpi senza confini», è lo slogan scelto per l’edizione di quest’anno alla quale aderiranno anche la Cgil e la Uil. Al Roma Pride parteciperà anche la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, come ha annunciato lei stessa un paio di giorni fa dal palco montato sulla Gay Street romana, lo “stradone” davanti al Colosseo trasformato nell’epicentro della cultura Lgbtqi della Capitale. «È un fatto importante per noi, avere il più grande sindacato al nostro fianco, – spiega Sebastiano Secci, portavoce del Pride Roma – ora chiediamo di impegnarci tutti insieme nella battaglia per i matrimoni e le adozioni».

Per inciso, proprio ieri la Corte d’appello di Milano ha imposto ad un comune lombardo di trascrivere la sentenza dello Stato di New York di adozione congiunta da parte di due uomini, di cui uno con doppia cittadinanza, di un minore statunitense. E anche questa è una prima assoluta, che fa sperare.

La Cgil, che nel corteo romano sfilerà con un suo carro, porterà in piazza la nuova Carta dei diritti universali del lavoro, per la quale ha raccolto oltre un milione di firme e che ora è una legge di iniziativa popolare in discussione in parlamento.

La nuova Carta, che verrà distribuita in piazza accompagnata da un preservativo e dallo slogan «proteggi te stesso», è la riscrittura del diritto del lavoro contenuto nell’articolo 11 della Costituzione, in nome di un principio di uguaglianza che impedisce ogni discriminazione per orientamento sessuale.

La Cgil si augura che il popolo del Pride partecipi alla manifestazione contro «lo schiaffo alla Costituzione» di sabato 17 giugno, che si oppone alla reintroduzione dei voucher. Molto è stato fatto per lavoratori gay e lesbiche, molto però resta ancora da fare per l’accesso al lavoro dei trans. «Un compito del sindacato è quello di cambiare una cultura, anche nel momento della contrattazione», ha spiegato Camusso.

Quest’anno dunque si intrecciano diverse realtà e il Pride diventa, per la prima volta, un punto di incontro fondamentale per le campagne dei sindacati. «Il fatto che aderiscano tante realtà nuove – commenta Mario Colamarino, presidente del Mario Mieli – significa che la nostra società sta cambiando. Se uniamo le forze, alla fine un risultato riusciamo a portarlo a casa. La lotta della comunità Lgbtqi non si è esaurita con le unioni civili».

Come dice Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, le 24 manifestazioni «realizzano a pieno la vocazione dell’Onda Pride testimoniando la mobilitazione vera di un intero Paese per promuovere la cultura dei diritti».

FONTE: IL MANIFESTO



Related Articles

La povertà relativa in Italia – Nuovi dati Istat

Loading

NULL Statistiche in breve Periodo di riferimento: Anno 2004 Diffuso il: 06 ottobre 2005 ——————————————————————————– Nel 2004 le famiglie residenti

Quando guidava la chiesa argentina torture e morte per i preti del popolo

Loading

In un libro le accuse di rapporti con la dittatura dei generali

BUENOS AIRES. Aveva mancato di un soffio l’ultimo conclave, ma non ha sbagliato quello di ieri, l’uomo che oggi il mondo conosce come Francesco I. Tuttavia, dietro a quel nome che sbandiera un voto di povertà , ce n’è un altro, Jorge Mario Bergoglio, che proprio nel suo rapporto con i poveri nasconde quello che per alcuni è il suo peccato più grave.

In piazza per la Gre­cia e anche per noi

Loading

Europa. Domani a Roma donne di diverse generazioni del femminismo manifesteranno perché la politica torni a parlare della vita. Contro un neoliberismo che vuole ricacciarle alla condizione di “problema secondario” buttando all’aria il patto, sociale e statuale, su cui si è fondata la modernità

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment