Ancora sgambetti al processo di pace in Colombia

Ancora sgambetti al processo di pace in Colombia

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Dopo la sentenza della Corte Costituzionale di Colombia che ha di fatto annullato il Fast Track, il meccanismo rapido di approvazione in blocco delle leggi connesse all’Accordo di Pace tra FARC-EP e governo colombiano, la guerriglia ha reso noto il seguente comunicato.

Dichiarazione delle FARC-EP dopo la sentenza della Corte Costituzionale

L’annuncio della sentenza della Corte Costituzionale attraverso la quale si dichiara l’incostituzionalità dei punti h), y) e j) dell’articolo 1 dell’Atto Legislativo 01 del 2016 per presunta sostituzione della Costituzione, ha collocato il processo di pace nella situazione più difficile dal suo avvio.

Quando ci apprestavamo a dare per realizzato il processo di abbandono individuale delle armi secondo quanto stabilito nell’Accordo, ovvero a dodici giorni dal G+180, si è seminata la più grande incertezza rispetto alla disponibilità e capacità dello Stato in tutti i suoi poteri di onorare gli accordi dell’Avana.

Non si tratta semplicemente della decisione legale, con una interpretazione tra l’altro molto opinabile che banalizza il criterio di sostituzione costituzionale, siamo in realtà di fronte alla possibilità che – se si consoliderà una maggioranza nella Corte, contraria all’implementazione – si assista allo smantellamento dell’impalcatura normativa che sviluppa gli accordi. Il nostro appello è ad un miglior giudizio affinché si abiliti la possibilità di fare della pace il diritto supremo sigillato nell’ordinamento costituzionale al quale abbiamo accettato sottostare.

La sentenza contiene il pericolo di rinegoziare ancora una volta l’accordo nel Congresso e, perché non dirlo, di stimolare il sabotaggio del suo sviluppo normativo, come è stata l’intenzione e la manifestazione dichiarata dei settori dell’estrema destra che hanno posto in questa corporazione. In mezzo alle difficoltà e alle differenze note, apprezziamo la posizione fin qui adottata dalle maggioranze del Congresso. Oltre al dibattito sensato, alla integrazione di numerose proposte e modifiche, questa Corporazione ha approvato atti legislativi e leggi di importanza cruciale per l’implementazione dell’Accordo. Anche se la situazione causata dalla sentenza è di estrema gravità e modifica sostanzialmente le condizioni di processo delle norme, il nostro appello è anche a questo organo affinché contribuisca ad uno sviluppo legislativo che si attenga come è avvenuto fin qui, allo spirito e senso dell’Accordo. Questo con l’intendimento che la celerità dei processi legislativi serve a garantire l’implementazione materiale urgente degli accordi e a beneficiare così con i fatti l’insieme della società colombiana.

Al Presidente della Repubblica facciamo ugualmente appello affinché assuma con fermezza le possibilità che gli conferisce la Costituzione nel suo articolo 189, numero 6, rispetto a quanto corrisponde alle sue facoltà per la negoziazione e l’implementazione degli accordi di pace. Ancora di più se si considera che gli è stato conferito il Premio Nobel, come il permanente appoggio di tutta la comunità internazionale, del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e dei paesi garanti e accompagnanti.

Da parte nostra ribadiamo:

– La nostra decisione indeclinabile a continuare a rispettare quanto accordato così come abbiamo fatto fino a questo momento. Non è ridondante reiterare che la nostra decisione ha comportado il passaggio alla vita politica legale per dare continuità alle nostre aspirazioni, accettando le regole della Costituzione e la legge con le riforme accordate. Di fronte alla situazione presentata, si sono cambiate de facto le condizioni perché tutto il processo si realizzi nei tempi fin qui stabiliti. Ci siamo dichiarati in assemblea permanente nelle Zone Transitorie per consentire all’insieme della nostra organizzazione di prendere le decisioni più intelligenti in questa situazione contraria.

– La necessità di convocare con urgenza il Meccanismo di Monitoraggio e Verifica per occuparsi di maniera esclusiva del cammino da seguire di fronte a quello che secondo noi è una differenza sostanziale rispetto alle condizioni di implementazione dell’accordo. Urge un raddrizzamento del processo.

– La necessità di avviare un dialogo con tutte le forze politiche e sociali per realizzare il grande accordo politico nazionale ribadito nei testi dell’Avana, di impegno con la costruzione della pace e l’implementazione di quanto accordato.

– L’invito a tutti i colombiani e colombiane affinché con la loro libera espressione e attraverso la mobilitazione, manifestino il loro appoggio all’Accordo in questo momento difficile.

Sei anni ci hanno portati a percorrere il complesso cammino del negoziato, la firma dell’Accordo e ora della sua implementazione. Un simile sforzo collettivo non può essere deragliato da decisioni giudiziarie. Questo processo di pace ha bisogno di più fatti e meno leggi.



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