Dopo Manchester. Arresti e massima allerta nelle città britanniche
LONDRA. L’attentato suicida di lunedì sera all’Arena di Manchester, dal bilancio ancora provvisorio di 22 vittime a 56 feriti, di cui alcuni molto gravi, ha prevedibilmente provocato l’innalzamento del rischio di altri attacchi da «serio» a «critico».
Significa che il prossimo potrebbe essere imminente. Gli investigatori stanno cercando di accertare se Salman Abedi, il ventiduenne di origine libica autore della strage, avesse dei complici. È probabile che ne avesse: il confezionamento di un ordigno come quello usato nell’attentato, e soprattutto il suo trasporto all’interno del palasport dove si era appena conclusa l’esibizione dell’ex-child star Ariana Grande, lascia presumere che l’uomo non abbia agito da solo. Il padre e il fratello sono stati arrestati a Tripoli. È quasi certo sia stata un’operazione meno improvvisata di quella di Khalid Masood, che due mesi fa colpiva Westminster armato di coltello e di un’auto. E se ci sono altri complici, potrebbero esserci altre bombe.
Per questo, nonostante una certa riluttanza, la premier Theresa May aveva annunciato già martedì sera la decisione di avviare la cosiddetta «operazione Temperer» (da to temper, calmare) che implica lo schieramento di circa 5.000 soldati per le strade come conseguenza della decisione di elevare la soglia di rischio presa da un comitato di sicurezza indipendente ed «extrapolitico», il Joint Terrorism Analysis Centre (Jtac), composto da polizia, dipartimenti e agenzie governative. Il livello critical era stato raggiunto in passato solo altre due volte, nel 2006 e nel 2007, in due momenti di massima allerta nella scia degli attentati suicidi a Londra del 7 luglio 2005.
Tra le conseguenze finora più evidenti di questo clima sono la cancellazione di pubbliche liturgie come il cambio della guardia a Buckingham Palace e la chiusura al pubblico del Parlamento. Finora un migliaio di soldati dei circa tremila a disposizione saranno dispiegati presso il palazzo regio, Downing Street, le ambasciate e Westminster. La parata londinese del Chelsea campione, prevista per domenica, è stata cancellata per concentrare l’uso della polizia nelle zone ad alto rischio.
Ieri mattina la ministra dell’Interno Amber Rudd non ha nascosto una certa irritazione per la fuga di notizie sul nome dell’attentatore, rimbalzata dai media statunitensi a quelli britannici. Rudd ha manifestato il proprio disappunto con Washington per l’ingerenza nelle indagini, oltre a dichiarare che Abedi era noto all’antiterrorismo nazionale «per un certo periodo» in passato. Anche per questo non sono stati ancora rivelati le identità delle altre quattro persone arrestate oltre a Ismail, fratello dell’attentatore, l’ultima fermata ieri sera a Wigan con un pacco sospetto. La rivendicazione da parte dell’Isis ancora non è stata confermata dagli inquirenti.
Da segnalare le dure critiche rivolte via Twitter dal cantante, nativo di Manchester, Morrissey al governo e alla monarca, che non avrebbe cancellato il garden party martedì a Buckingham Palace. L’ex frontman degli Smiths, noto per la sua avversione alla Windsor (dopotutto, il titolo di uno dei migliori album della band s’intitola The Queen Is Dead) ha rinnovato la sua nomea di commentatore controverso (e xenofobo), attaccando la riluttanza delle autorità a stigmatizzare il fanatismo religioso dell’attentatore, come se ce ne fosse bisogno.
Meglio di lui ha fatto senz’altro la sua città, roccaforte Labour che ha tenuto alle recenti amministrative eleggendo il metro mayor (sorta di sindaco regionale) Andy Burnham: Manchester ha manifestato appieno l’ethos di diversità e solidarietà tipico della propria origine operaia. Migliaia di persone si sono strette in silenzio per ricordare le vittime, la cui giovane età rappresenta senz’altro un’odiosa escalation del delirio suicida-omicida degli attentatori.
Sono intanto state rese note le generalità di dieci delle 22 vittime. Sono Martyn Hett, 29 anni Angelika Klis, 40, Marcin Klis, 42 (entrambi di nazionalità polacca), Georgina Callander, 18, Saffie Rose Roussos, otto, John Atkinson, 28, Kelly Brewster, 32 Olivia Campbell, 15, Alison Howe, 45 Lisa Lees, 47. Tra i ricoverati in ospedale, venti sono molto gravi.
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