Legge Tortura, tre minuti al Senato. Ora «mediazione» con le forze dell’ordine

Legge Tortura, tre minuti al Senato. Ora «mediazione» con le forze dell’ordine

Loading

Tre minuti. Tanto è durata la sessione di lavori del Senato dedicata alla legge che introduce il reato di tortura, dopo uno stand by di dieci mesi. Giusto il tempo, per il presidente di turno Maurizio Gasparri, di annunciare i due emendamenti presentati dai relatori, in ritrovata sintonia, – il socialista Enrico Buemi e Nico D’Ascola di Ap – e aggiungere: «Il termine per la presentazione dei subemendamenti è previsto per le 19 di giovedì 11 maggio, pertanto il seguito dell’esame del provvedimento è rinviato ad altra seduta». Data da destinarsi. In teoria forse anche la settimana prossima, ma il M5S denuncia la «volontà politica» di affossare il ddl.

La «mediazione» tra i partiti di governo e con i principali avversari della nuova fattispecie di reato – i sindacati delle forze dell’ordine – ha prodotto i due emendamenti all’articolo 1 che fanno rientrare dalla porta ciò che era stato buttato dalla finestra.

Se a luglio tutto si era bloccato dopo che dal testo era sparito il requisito della «reiterazione delle violenze e delle minacce gravi» nella fattispecie di reato, ora il primo dei due emendamenti «di mediazione», come li ha etichettati lo stesso Buemi, prevede che «il fatto» debba essere «commesso mediante più condotte». Il secondo emendamento, che Buemi definisce «più politico», esclude invece il reato nel caso di «sofferenze risultanti unicamente dall’esecuzione di legittime misure privative o limitative dei diritti». L’intenzione è difendere l’uso legittimo della forza a seguito di un ordine impartito. In sostanza, come spiega il relatore, di mettere al riparo l’eventuale «agente (che) rompe il braccio ad uno mentre lo arresta». Azione che «non si può far rientrare nella tortura».

«Siamo di fronte ad un’innovazione vera», esulta la presidente dei senatori di Mdp Cecilia Guerra, considerando i due emendamenti come il giusto compromesso tra i desiderata delle forze di polizia e il dettato Onu.

Di tutt’altro avviso invece Amnesty International Italia e Antigone i cui presidenti si augurano che la nuova interruzione dell’iter sia breve e soprattutto «dia modo di migliorare il testo, rendendolo il più vicino possibile alla Convenzione Onu».

E anche il sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore, che ricorda bene le torture inflitte durante il G8 di Genova, smentisce che l’accordo di maggioranza sia definitivo: «Non mi risulta. La discussione è ancora in atto».

SEGUI SUL MANIFESTO



Related Articles

Quando il manganello prepara la strada alla guerra mondiale

Loading

Le cariche di Pisa non sono arrivate per impedire di raggiungere un consolato, ma per stroncare l’istinto di libertà e la voglia di pensare diversamente, cioè di pensare. Media e governo sono già pronti al conflitto bellico

Nelle carceri italiane detenuti a quota 66.215

Loading

Dato aggiornato al 16 maggio 2012 reso noto dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. 206 istituti per adulti e 18 per minori. Circa 40 mila agenti impiegati. I condannati definitivi sono 38.244

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment