L’Ungheria approva la legge contro Soros
BUDAPEST. In migliaia hanno protestato a Budapest nei giorni scorsi contro il provvedimento concepito dal governo di Viktor Orbán per «disciplinare» la presenza e l’attività delle università straniere in Ungheria. Le manifestazioni non sono servite a far tornare l’esecutivo sui suoi passi visto che il Parlamento ha approvato la misura grazie ai voti della maggioranza. Nel mirino soprattutto la Ceu (Central European University), l’università fondata dal magnate americano di origine ungherese George Soros nel 1991. Da fonti locali si apprende che, con questo provvedimento la Ceu non potrà più immatricolare studenti dal primo gennaio 2018 e dovrà chiudere i battenti entro il 2021. A meno che Budapest e Washington non arrivino, possibilmente entro due mesi, a un accordo intergovernativo per raggiungere il quale l’esecutivo ungherese dichiara la sua disponibilità.
Prima del voto in Parlamento, Orbán ha reagito alle proteste di parte dell’opinione pubblica ungherese e delle autorità Usa dichiarando di non aver intenzione di smantellare la Ceu, che ospita 1.400 studenti provenienti da 108 paesi e dà lavoro a circa 300 insegnanti. In interviste rilasciate precedentemente il premier avrebbe affermato che la Ceu dispone, però, di un vantaggio illegittimo rispetto alle altre università in quanto può rilasciare titoli validi sia in Ungheria che negli Usa. Soros non è ben visto dal governo di Budapest; il ministro dell’Istruzione Zoltán Balog ha dichiarato recentemente che il magnate americano mira a influenzare la politica ungherese con sedicenti organizzazioni della società civile che in realtà operano come agenti stranieri che criticano e screditano il governo con operazioni di sabotaggio.
Washington, Bruxelles e Berlino (Budapest ospita anche un’università tedesca) protestano ma Orbán minimizza; parte dell’opinione pubblica ungherese si sente toccata da questo provvedimento che secondo l’opposizione non colpisce solo la Ceu ma tutto il settore dell’istruzione superiore, la libertà di ricerca e il pensiero critico. Il clima si è fatto caldo, domenica scorsa il corteo di protesta è partito dall’Università Corvinus, ed ecco che, in un comunicato ufficiale diffuso martedì via mail, il rettore di quest’ultima, uomo di fiducia del governo, ha esortato «la comunità universitaria corviniana» a tenere bene a mente il codice etico dell’Ateneo prima di andare a manifestare o prima di rilasciare dichiarazioni a organi di stampa o sui social network. Per Michael Ignatieff, rettore dell’università fondata da Soros, il provvedimento è stato concepito per colpire direttamente la Ceu con un «atto di vandalismo politico che non conosce limiti».
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