Oggi la marcia del Partito Radicale per l’amnistia

by Eleonora Martini, il manifesto | 16 Aprile 2017 9:10

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In molti, e di diverse culture politiche, marceranno oggi dal carcere di Regina Coeli (ore 9,30) fino a Piazza San Pietro, dove si fermeranno in ascolto dell’angelus, forse anche perché Papa Francesco è rimasto ormai una delle poche sponde solide nella richiesta di amnistia, che è lo scopo della V Marcia di Pasqua organizzata dal Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito. Anche se senso e finalità del pontefice sono molto differenti da quelle che ispiravano Marco Pannella, che nell’amnistia non vedeva un atto di clemenza per il condannato ma un provvedimento necessario allo Stato italiano per tornare subito in una condizione di legalità nazionale e internazionale, violata nelle carceri sovraffollate come nelle aule di tribunale intasate dalla immensa mole di procedimenti pendenti. Senza con questo affievolire o evitare il processo di riforma della giustizia.

Eppure il legame con Bergoglio di quei Radicali che si vogliono principali eredi della cultura pannelliana è sempre più saldo. Spiega Maurizio Turco, plenipotenziario del Prntt: «Vogliamo ricordare che al 30 giugno 2016 i processi pendenti erano 3.800.000 nella giustizia civile e 3.230.000 in quella penale. E la situazione nelle carceri italiane è sempre più critica. Al 31 gennaio 2017, nei 191 istituti di pena della Penisola risultavano presenti oltre 55.381 detenuti, rispetto a una capienza ottimale di 50.174. Nel giro di un anno le carceri conteranno circa 60.000 detenuti e non mi sembra che questo governo, contrariamente a quanto dichiarato, abbia adottato misure efficaci per fare fronte al sovraffollamento». L’amnistia, ricorda Turco, «che non viene applicata dal 1990, ha visto alternare gli appelli, se non altro di clemenza, da parte di tre pontefici, e l’unico messaggio al Parlamento inviato dal Presidente Napolitano in cui parlava di “prepotente urgenza”».

Alla marcia hanno aderito decine di personalità provenienti dalle più disparate culture politiche, oltre ai militanti della galassia radicale: da Beatrice Lorenzin a Erri De Luca e Ilaria Cucchi, da Giuliano Ferrara a Franco Corleone, da Don Luigi Ciotti a Piero Pelù… Con in prima fila Rita Bernardini, che per 31 giorni è stata in sciopero della fame e che ieri si rallegrava con il nuovo segretario dell’Anm, Eugenio Albamonte: «La sua richiesta al governo – ha detto Bernardini – di “stralciare e approvare le norme condivise da tutti (nella riforma del processo penale, ndr), come quelle sulle carceri e sulla Cassazione, e lasciare indietro i temi più spinosi per riscriverli” è stata promossa dal Partito Radicale attraverso uno sciopero della fame che ha coinvolto oltre 20.000 detenuti che hanno scelto la nonviolenza quale forma di dialogo con le istituzioni».

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