by Massimo Congiu, Osservatorio Sociale Mitteleuropeo | 28 Aprile 2017 9:53
C’è un clima di rinnovata tensione fra Budapest e i vertici di Bruxelles. La Commissione europea ha infatti predisposto i preliminari per dar luogo a una procedura di infrazione nei confronti dell’Ungheria per alcune iniziative politiche governative come quella che ha portato alla legge sull’istruzione superiore recentemente approvata dal parlamento danubiano. Essa stabilisce nuove regole sulla presenza e il funzionamento delle università straniere in Ungheria e metterebbe a repentaglio, tra l’altro, l’esistenza della Central European University fondata dal magnate americano di origine ungherese George Soros.
Il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis ha annunciato l’invio a Budapest di una lettera formale di notifica per chiedere spiegazioni al governo guidato da Viktor Orbán.
Ieri quest’ultimo ha pronunciato un discorso al Parlamento europeo che abbonda di esortazioni a sostituire con il dibattito la condanna preconcetta della politica ungherese da parte delle istituzioni comunitarie. Orbán ha tenuto a precisare che la legge in questione non fa altro che uniformare le regole alle quali le università straniere devono attenersi per una questione di trasparenza, e lottare contro i privilegi di cui certe istituzioni godono nei confronti delle università europee. Il premier ungherese si riferisce in particolar modo a quello che definisce ingiusto svantaggio degli atenei magiari rispetto alla CEU.
Nel suo discorso Orbán ha affermato che Soros è uno speculatore finanziario che sta attaccando l’Ungheria e vorrebbe far entrare in Europa un milione di migranti all’anno.
Sotto accusa non solo la politica adottata dall’esecutivo di Budapest sul versante dell’istruzione superiore ma anche il questionario dal titolo “Fermiamo Bruxelles” inviato nelle case ungheresi. “Siamo scontenti da diversi punti di vista del funzionamento dell’Unione europea” ha detto Orbán il quale ha aggiunto “le nostre critiche sono volte a correggere gli errori e a far prevalere una volontà di riforma all’interno dell’Ue”. Il premier ha poi fatto presente quello che ha definito forte supporto all’Unione da parte degli ungheresi che, secondo il leader danubiano è pari al 70%.
Nel suo intervento Orbán ha anche toccato la questione dell’attività svolta dalle ONG che in Ungheria non hanno vita facile da un po’ di tempo a questa parte. la ragione della stretta del governo nei loro confronti è stata spiegata dall’oratore con la necessità di capire quali risorse finanziarie e quali interessi si celino dietro di esse.
Massimo Congiu
Osservatorio Sociale Mitteleuropeo (OSME)
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