Iran, primo passo per abolire la pena di morte per i reati di droga

by la Repubblica | 24 Aprile 2017 11:20

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IL PARLAMENTO iraniano fa un primo passo per abolire la pena di morte per reati legati al commercio di droga, prima causa di condanne a morte nel Paese. Secondo quanto riportato ieri dall’agenzia di stampa del Parlamento iraniano, l’assemblea ha votato una mozione che prevede che la pena capitale sia commutata in almeno 25 anni di carcere per coloro che si rendono colpevoli di crimini connessi al traffico di droga. «La pena capitale è stata abolita per coloro che producono, distribuiscono, trattano o importano farmaci nocivi purché non abbiano utilizzato armi di qualsiasi tipo», ha detto il deputato Hassan Norouzi, portavoce della Commissione parlamentare per gli affari di giustizia secondo quanto riferito dall’agenzia Ansa.

Ma la procedura per trasformare la mozione in legge non è ancora completa: una volta licenziata dal Parlamento, la legge dovrà passare il vaglio del Consiglio dei Guardiani e non è chiaro se e quando diventerà davvero effettiva. Se la svolta arrivasse sarebbe comunque importante: i reati legati al commercio di droga sono la prima causa di condanne a morte in Iran, che è uno dei Paesi del mondo dove la pena capitale è più diffusa. Delle oltre 1000 persone mandate a morte nel 2015, la metà era stata condannata per reati di droga.
La decisione di procedere verso l’abolizione deriva probabilmente dalla pressione internazionale: negli ultimi due anni una serie di Paesi hanno deciso di tagliare i fondi a Teheran che vengono distribuiti ogni anno attraverso Unodc, l’agenzia Onu per le droghe e il crimine proprio a causa del massiccio uso della pena di morte. Secondo un report pubblicato dal
Guardian
nei mesi scorsi, l’Iran non avrebbe ricevuto alcun contributo per la lotta alla droga da Unodc nel 2016: lo stanziamento previsto era di 20 milioni di dollari in cinque anni. Fra i Paesi che hanno fatto maggior pressione per l’abolizione della pena di morte legata al traffico di droga ci sarebbe, secondo il
Guardian,
anche l’Italia.
L’annuncio arriva mentre l’Iran si prepara a una intensa stagione elettorale: a maggio si vota per l’elezione del presidente della Repubblica e il riformista Hassan Rohuani dovrà vedersela con un folto gruppo di sfidanti conservatori, che denunciano quello che agli occhi del mondo è il maggior successo della sua presidenza: l’accordo sul nucleare con gli Stati Uniti e i Paesi europei, che ha portato a un alleggerimento delle sanzioni contro Teheran. I benefici di questo provvedimento tuttavia non sono arrivati ad ampi strati di popolazione, in particolare quelli più poveri. Ed è proprio in questi settori che i comnservatori cercheranno di raccogliere più voti. Il voto è previsto per il 19 maggio: prima di quella data i candidati si confronteranno in un dibattito pubblico in diretta tv, una prima assoluta per l’Iran.

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