Francia. Macron in testa, ballottaggio con Le Pen
Le Pen sbatte contro un tetto, è al 21,7% ma non ha riserve di voto. L’astensione è stata in linea con il 2012
Emmanuel Macron è in testa al primo turno delle presidenziali, al 23,86%. Al ballottaggio affronterà Marine Le Pen, al 21,43%.
Al terzo posto, battaglia tra François Fillon (républicain) e Jean-Luc Mélenchon (France insoumise), ma il candidato républicain al 19,94% soffia la medaglia di bronzo a Mélenchon, al 19,62% mentre lo spoglio non è ancora concluso.
Il candidato socialista, Benoît Hamon, è molto indietro, un po’ più del 6,3%. Fillon ha perso i voti decisivi a favore di Nicolas Dupont-Aignan, sovranista che rivendica un’eredità gollista, che è sul 4,73%.
L’astensione è stata solo leggermente più alta della scorsa presidenziale, nel 2012.
In Francia il 7 maggio andrà in scena lo scontro tra “apertura” e “chiusura”, tra progetto europeo e paura della mondializzazione.
Per Macron è “una svolta”. Ma il Fronte nazionale per la prima volta supera il 20%. Per Marine Le Pen hanno votato più di 7 milioni di francesi.
Marine Le Pen si è presentata come “la sola candidata del popolo” e ha invitato a raggiungerla contro “l’erede di Hollande”. Le Pen ha accusato il “sistema” che avrebbe cercato di “fare di tutto per soffocare il dibattito”. Si propone come la rappresentante della “identità” contro il “mondialismo”.
Macron ha parlato di “momento inedito” della storia francese, tra terrorismo e crisi ecologica. Ha reso omaggio agli altri dieci candidati (in ordine alfabetico), che sono stati applauditi. Ha ringraziato Hamon e Fillon, che hanno invitato a votare per lui. “Abbiamo cambiato volto alla politica francese” in pochi mesi, “al di là delle divisioni”.
Ha ringraziato i militanti, non è una “bolla”, ma una “volontà”. L’obiettivo è “unire”, per “riconciliare” la Francia. Per il secondo turno, difenderà “la voce dell’ottimismo” e il progetto dell’Europa. Si è presentato come il “presidente dei patrioti”, che “protegge” e difende chi innova, “aiuta chi ha meno”, contro i nazionalisti.
Nell’immediatezza dei primi risultati, sono arrivare le prime indicazioni di voto dei perdenti.
A destra, è già la corsa al vincitore, abbandonando Fillon. L’ex primo ministro, Alain Juppé, invita a votare Macron.
A sinistra, Hamon ammette la “sconfitta” e afferma: “Basta con la follia autodistruttrice” che ha escluso la “sinistra” dal secondo turno.
E’ il peggiore risultato del Partito socialista da anni.
Hamon invita a votare Macron, “anche se non appartiene alla sinistra”, ma “bisogna fare una distinzione fondamentale”. A destra, alcune personalità che hanno invitato subito a votare Macron (l’ex ministro Baroin, il presidente della regione Paca, Christian Estrosi). Per Marisol Touraine, socialista, “bisogna battere Marine Le Pen il più ampiamente possibile”.
François Fillon ha ammesso “la sconfitta” e se l’è “addebitata”. Ha messo in guardia contro il “caos” che rappresenterebbe una vittoria del Fronte nazionale.
Al quartier generale di Jean-Luc Mélenchon, in attesa della dichiarazione del leader, c’era confusione. Non l’ha dissipata l’intervento, un po’ prima delle 22, di Mélenchon: ha ammesso con rammarico la sconfitta, puntando il dito contro i “mediocrati” e gli “oligarchi”, contestando i risultati provvisori, affermando che la decisione sulla posizione per il secondo turno sarà presa dalla “piattaforma” , cioè sul web; “Io mi accodo” ha detto. Una parte dei militanti è tentata dall’astensione.
Per l’astensione si è dichiarata Nathalie Arthaud di Lutte ouvrière, sottolineando però che i lavoratori devono essere contro Le Pen: “Vi indebolite cercando il nemico tra i fratelli di classe di diversa origine”.
Philippe Poutou del Npa rifiuta il voto a Macron.
Per la sinistra radicale si apre un periodo di chiarimento, è il meno che si possa dire. Succede anche a destra.
Inizia la battaglia per le legislative. Con chi governerà Macron? E’ già in atto la corsa per prendere posizione e imporre la prospettiva di una “coabitazione” destra-sinistra.
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