Migranti. Migliaia di nuovi sbarchi nel fine settimana di Pasqua

by Luca Fazio, il manifesto | 18 Aprile 2017 9:26

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Immigrazione.  Le unità navali che presidiano il mar Mediterraneo hanno anche recuperato 13 cadaveri. “Vergogna”, dice l’arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro puntando il dito contro l’Europa che alza muri

Ciò che sta accadendo in queste ore al largo del canale di Sicilia dimostra che l’accordo con il governo libico di Fayez al Sarray per bloccare i flussi migratori non può funzionare. In soli tre giorni, da venerdì scorso al giorno di Pasqua, in quel braccio di mare sono state soccorse 8.500 persone in 55 diverse operazioni – alcune con evidenti segni di torture e maltrattamenti (2.000 venerdì, 4.500 sabato e 2.000 domenica). Quasi un terzo di tutti gli arrivi registrati sulle nostre coste negli ultimi tre mesi e mezzo. Solo il peggioramento delle condizioni meteorologiche, nella notte tra domenica e lunedì, ieri ha bloccato il flusso continuo dei migranti. Dall’inizio dell’anno in Italia sono sbarcate quasi 35 mila persone, più del 30% in più rispetto allo stesso periodo del 2016.

Le unità navali di pattuglia nel Mediterraneo in questi tre giorni molto difficili hanno ripescato anche 13 cadaveri, compreso quello di un bambino di otto anni, un dato che conferma una media statistica agghiacciante per questi primi mesi dell’anno: dall’inizio del 2017 ogni giorno annegano sette persone (sono 615 i morti accertati nel tratto di mare più pericoloso al mondo, tra Libia e Italia). Non c’è altro da aggiungere a ciò che ha detto ieri l’arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro, intervistato da Radio Vaticana: “Vergogna, perché l’uomo dimostra di non avere il coraggio di guardare a determinate realtà e ad affrontarle; sofferenza, perché vedere che il povero è costretto a pagare la sua vita con la morte…Vorrei anche sentimenti di speranza che davvero qualcosa possa cambiare perché è impossibile andare avanti così, non possiamo, l’ho detto tante volte, misurare il tempo contando morti. Il mondo ha bisogno di quella Pasqua che significa vita e togliere pietre dalle tombe, non mettere le pietre sulle tombe, ancora”. Il cardinale accusa l’Europa, che dimostra la sua “povertà” continuando a parlare di muri, e scuote i credenti, “dovremmo essere noi a incominciare a prendere posizione capovolgendo quello che i forti e i potenti stanno dimostrando”.

Le concitate operazioni di sbarco dei superstiti, nel disinteresse generale (solo Matteo Salvini come al solito ha distillato poche righe di social-razzismo), sono continuate per tutta la giornata di ieri. In Sicilia. In Calabria. E anche in Sardegna. Dopo l’arrivo a Catania della nave militare tedesca Rhein con a bordo 1.181 migranti, ieri pomeriggio al molo Marconi di Messina ha attraccato la nave militare Phanter con un carico di 1.267 persone. Sempre ieri, a Porto Empedocle, sono stati accompagnati altri 451 migranti. Funzionari del Viminale, nonostante la giornata festiva, avrebbero definito la distribuzione sul territorio dei nuovi arrivi.

A Reggio Calabria, a bordo della nave Vos Prudence di Medici Senza Frontiere, ieri mattina sono arrivati altri 649 migranti, quasi tutti sub-sahariani ma anche alcune persone partite da Bangladesh e Pakistan (la rotta asiatica è chiusa in Turchia e dall’Asia qualcuno sta cercando di allungare il calvario passando dalla Libia). Quasi contemporaneamente, sulla costa di Melito Porto Salvo, sono sbarcate 89 persone, quasi tutte di origine siriana. “Sono migranti che abbiamo salvato due giorni fa, a nord delle coste della Libia – ha raccontato Michele Trainiti di Msf – e molti presentavano segni di tortura e sofferenze subite in Libia o durante il tragitto. Per la prima volta cominciamo a vedere anche i segni delle guerre, feriti da arma da fuoco e segni di maltrattamenti”.

Il flusso eccezionale di queste ore sta interessando anche le coste sarde. Tra l’altra notte e ieri, tre barche hanno raggiunto il Sulcis con a bordo 41 algerini. Oggi, invece, a Cagliari, è previsto l’arrivo di altri 800 migranti salvati al largo delle coste libiche.

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