Immigrazione. I dati Ismu. In tre mesi 26.989 arrivi in Italia, 663 annegati
L’Ismu ha pubblicato ieri i dati aggiornati sui flussi migratori che interessano l’Europa e l’Italia
Il processo storico è inarrestabile, politiche di chiusura e respingimento sono fallimentari. I dati lo confermano. I più aggiornati, forniti dall’associazione Ismu (Indagini e studi sulla multietnicità), dicono che nel 2017 sono in aumento gli ingressi via mare in Europa (più di 32 mila esseri umani). Le tragedie si ripetono ogni giorno anche se ormai non impressionano più l’opinione pubblica: dall’inizio dell’anno (almeno) 663 migranti sono annegati nel Mediterraneo – “sette persone ogni giorno” precisa l’Ismu. La rotta più pericolosa continua ad essere il tratto di mare che collega la Libia all’Italia (602 vittime accertate).
L’Italia continua ad essere in prima linea: in poco più di tre mesi sono sbarcati 26.989 migranti (situazione fino a ieri). Tra questi, 2.293 sono minori non accompagnati. Si tratta di un aumento di più del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando arrivarono sulle nostre coste 19.932 persone (nel 2015, al 31 marzo, erano state 10.165). Solo a marzo, quest’anno sono arrivate più di 10 mila persone e con la bella stagione gli arrivi – e le tragedie del mare – sono destinati a moltiplicarsi. In Grecia, dopo l’accordo Ue-Turchia, l’afflusso di migranti è contenuto: 4 mila sbarcati. In Spagna ancora meno, 1.500 arrivi via mare in tre mesi. Rispetto alle provenienze, tra gli arrivi più recenti in Italia prevalgono migranti dalla Nigeria, dalla Guinea e dal Bangladesh.
Sono numeri che impattano sulla capacità di accoglienza in Italia: “al 5 aprile risultano presenti più di 176.470 migranti”. Il 78% è ospitato in strutture di accoglienza temporanee, il 13,5% nei centri del sistema Sprar e l’8% negli hotspot e nei centri di prima accoglienza delle regioni del sud Italia coinvolte dagli sbarchi. Il ricollocamento dei richiedenti asilo in altri paesi europei prosegue a rilento: sono stati ricollocati 16.025 migranti (4.746 dall’Italia su un totale di 34.953 previsti) e 11.279 dalla Grecia (su 63.302 previsti entro il prossimo mese di settembre).
I dati del capitolo “richiedenti asilo”, soprattutto alla luce del giro di vite del decreto Minniti-Orlando sull’immigrazione, mettono in evidenza quali saranno nell’immediato le conseguenze di una politica priva di lungimiranza e umanità. Nei primi due mesi del 2017 i richiedenti asilo in Italia sono stati 24 mila (60% in più rispetto all’anno scorso). Nel 2016, scrive l’Ismu, “si era già registrato un record con il più alto numero di richieste mai registrato in un ventennio” (più di 123 mila, circa 10 mila ogni mese, quasi il doppio rispetto al 2015). Si dà il caso però che, nel 2016, per il 60% delle 90 mila domande esaminate l’esito sia stato negativo. E i dinieghi nel 2017 si moltiplicheranno. Come ha sottolineato ieri monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, lanciando l’allarme: “E’ necessario aprire alla possibilità di un permesso di soggiorno umanitario anche per i numerosi diniegati che nei prossimi mesi arriveranno a quota 40 mila”. A questo si aggiunga la difficoltà di procedere ai rimpatri forzati e di gestire i nuovi centri di detenzione.
Complessivamente, nel 2016, le domande di asilo in Europa sono state 1 milione 204.300. In Germania, il paese che più accoglie in Europa, si è verificato un aumento del 63% rispetto al 2015 (722 mila richiedenti asilo contro i 123 mila in Italia). Il nostro paese, precisa l’Ismu, “è al secondo posto come numeri assoluti ma solo decimo in base al numero di abitanti”. Quanto alla più grave crisi umanitaria degli ultimi 25 anni, provocata dalla guerra in Siria, da aprile 2011 a ottobre 2016 sono 885 mila i siriani che hanno chiesto asilo all’Europa su un totale di quasi 5 milioni.
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