San Pietroburgo, sei arresti, si rafforza la pista centroasiatica

San Pietroburgo, sei arresti, si rafforza la pista centroasiatica

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MOSCA. Le indagini per individuare i complici del ventiduenne Akbarzon Dzalipov, autore dell’attentato suicida che lunedì a San Pietrburgo è costato la vita a 14 persone, sarebbero a una clamorosa svolta che confermerebbe la pista kirghisa e il coinvolgimento di un gruppo di fuoco già radicato non solo a San Pietroburgo ma anche a Mosca.

Nella serata di ieri infatti il portavoce ufficiale del Comitato Investigativo Svetlana Petrenko, ha dichiarato alla stampa che «il Fsb e il Ministero dell’Interno russo hanno proceduto all’arresto di sei persone a San Pietroburgo e due Mosca coinvolte nell’attacco terroristico».

«Nelle abitazioni delle suddette persone è stato sequestrato un ordigno esplosivo identico a quello utilizzato nella metropolitana di San Pietroburgo, oltre che armi da fuoco e munizioni», ha aggiunto Petrenko.

Si attendono nelle prossime ore ulteriori conferme e precisazioni sulla operazione antiterrorismo (che potrebbe essere ancora in corso) su cui evidentemente gli organi di sicurezza mantengono per il momento un certo riserbo.

Gli arrestati si chiamano Seyfulla Khakimov, Ibragibzhon Yermatov, Dilmurod Muidinov Bahram Ergashev, Azamzhon Makhmudov, Mahamadyusuf Mirzaalimov, Shohista Karimov e Sodiq Ortikov e sono tutti di origine centroasiatica. Sarebbero stati da tempo in contatto con l’attentatore e svolto compiti di reclutamento per organizzazioni come Dzhebhat en-Nusra e lo Stato Islamico.

Secondo l’agenzia di stampa Interfax, sempre ben informata sulle attività degli inquirenti, tre dei sospettati sono stati intercettati in un caseggiato popolare di San Pietroburgo, subito evacuato, al numero 22 della Prospettiva Tovarishesky, all’alba di mercoledì.

Nell’appartamento in cui viveva da solo da qualche tempo il giovane attentatore kirghisio deceduto nell’attentato kamikaze di lunedì, sono inoltre stati trovati altri detonatori e cariche di tritolo pronte per essere utilizzate.

Secondo gli inquirenti, l’attentatore sarebbe anche entrato in contatto alcuni mesi fa con alcuni radicali uzbeki della città di Osh (sua città di origine in Kirghizistan) appartenenti al gruppo Tuahid wal-Jihad, già bollato tempo fa come fuorilegge dalle autorità kirghisi e e molto attivo anche nello scenario siriano.

Intanto a Mosca nel pomeriggio, nella centralissima Piazza del Maneggio, si è tenuta una manifestazione contro il terrorismo e in ricordo delle vittime degli attentati.

Durante la manifestazione, a cui hanno partecipato alcune decine di migliaia di persone, è stato osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime dell’attentato alla metro. Altre manifestazioni sono previste per domani, sabato 8 aprile a San Pietroburgo e in altre città della Russia.

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