by Osservatorio Sociale MittelEuropeo | 3 Aprile 2017 16:31
Ieri pomeriggio numerose persone hanno manifestato a Budapest contro il progetto di legge che minaccia di impedire all’Università CEU (Central European University) di operare liberamente nella capitale ungherese.
La proposta verrà discussa mercoledì in Parlamento e prevede nuove regole che le università straniere dovranno rispettare per poter continuare a svolgere la loro attività sul suolo magiaro. Secondo questo progetto di legge le università in questione dovranno sottoporre i loro curriculum didattici al controllo dell’esecutivo, avere una sede ufficiale nel luogo in cui sono state fondate, assumere esclusivamente personale provvisto di visti e predisporre controlli per studenti e personale originario di determinate aree geografiche.
Quattro dottorandi italiani della CEU a Budapest hanno scritto una nota che descrive la situazione nella quale si trova quest’università. In essa si fa riferimento a interviste rilasciate dal primo ministro Viktor Orbán sull’argomento. Il premier avrebbe affermato che la CEU “bara” nel senso che può contare su un vantaggio illegittimo nella competizione con le altre università in quanto può rilasciare titoli di studio validi in Ungheria e negli USA.
La CEU è stata fondata dal magnate americano di origine ungherese George Soros nel 1991, per incoraggiare la diffusione del pensieri liberale in questa regione d’Europa. Ad essa sono iscritti 1.800 studenti, 400 dei quali ungheresi. 300 insegnanti provengono da diversi paesi europei e dagli USA. Il rettore Michael Ignatieff accusa il governo di aver concepito il progetto di legge precedentemente descritto per ottenere la chiusura della CEU.
Soros non è ben visto dall’esecutivo che lo accusa, tra l’altro, di voler incoraggiare l’invasione dell’Europa da parte di migranti musulmani e di finanziare organizzazioni che si comportano da nemiche dello Stato ungherese.
Il fatto ha portato le autorità USA a lanciare un monito contro quella che è stata definita minaccia di chiusura della CEU
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Ungheria: monito Usa su minaccia chiusura università Soros
Pronta proposta governo Orban che lancia accuse contro fondatore
(ANSA) – BUDAPEST, 1 APR – Il dipartimento di Stato Usa ha
lanciato un monito all’Ungheria, che minaccia la chiusura
dell’università Ceu (Central-european university), la scuola
superiore fondata dal miliardario americano George Soros di
origine ungherese nel 1991 per aiutare la diffusione del
pensiero liberale nella regione. Lo riferisce l’agenzia Mti.
“Gli Stati Uniti sono preoccupati per la norma giuridica
proposta dal governo ungherese che discrimina l’università Ceu e
potrebbe portare alla sua chiusura”, afferma il portavoce Mark
Toner.
Il rettore della Ceu, Michael Ignatieff, accusa il governo
Orban di voler liquidare l’istituto con una legge fatta a
misura. La Ceu ha 1800 studenti, di cui 400 ungheresi, 300
insegnanti provenienti da tutta Europa e anche dagli Stati Uniti
dove la laurea Ú riconosciuta.
Il governo Orban attacca l’istituto nell’ambito di una guerra
ideologica contro Soros, accusato da Budapest di voler “invadere
l’Europa con migranti musulmani” e finanziare organizzazioni che
agiscono come “agenti nemici della nazione ungherese”. (ANSA).
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Da mesi ormai il governo Orban sta attaccando (tra i tanti) gli enti finanziati e fondati da George Soros, da tempo presentato come il nemico numero uno del governo. Tra questi, NGOs che si occupano di sostenere legalmente i migranti (Helsinki Committee in primis) e ora anche la Central European University, istituto universitario accreditato in Ungheria e in USA (State of New York).
Dopo aver discreditato pubblicamente l’università, ora Orban ha deciso di passare ai fatti e ha proposto una legge che verrà discussa il prossimo mercoledì in Parlamento. Tale legge di fatto impedirà alla CEU di continuare ad operare liberamente a Budapest. I requisiti fondamentali a cui le istituzioni universitarie straniere si dovranno conformare per mantenere l’accreditamento e il diritto di operare su suolo ungherese sono: sottoporre i propri curriculum didattici al controllo del governo; avere una sede fisica dove sono nate (nel caso della CEU a New York); assumere personale solo se provvisto di visti (al momento, per certi Paesi, non è necessario ai fini di legge), il che limiterebbe sensibilmente tempi, modi e possibilità di assunzione; avere dei security screening più stretti per studenti e personale proveniente da specifiche aree geografiche.
Mentre vi scriviamo, Viktor Orban, dopo l’alzata di scudi a difesa della CEU da parte di università ungheresi ed internazionali e della stessa ambasciata USA a Budapest, sta rilasciando interviste affermando che la CEU sta “barando” (letterale: cheating), in quanto approfitta di un vantaggio competitivo illegittimo dato il privilegio di emettere titoli di studio accreditati in Ungheria e USA. Orban sta volontariamente confondendo l’opinione pubblica, facendo intendere che la CEU stia agendo illegalmente. È quindi importante che ci sia crescente pressione, quanto meno mediatica, prima del voto di mercoledì.
Per avere un’idea più chiara di cosa stia succedendo, vi inoltriamo alcuni link di testate internazionali che stanno scrivendo di questo attacco alla libertà accademica in Ungheria e nel mondo. A quanto ci risulta, in Italia solo il Sole 24 Ore ed Eunews hanno coperto gli avvenimenti.
Rimaniamo a vostra disposizione e vi ringraziamo per il vostro prezioso lavoro.
Un augurio di buona giornata,
Alberto Fierro
Giulia Priora
Elettra Repetto
Alberto Stefanelli
Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2017/04/91615/
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