Fca, Marchionne sceglie Trump. Nuvole nere su Pomigliano

Fca, Marchionne sceglie Trump. Nuvole nere su Pomigliano

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A pochi giorni dalla maxi operazione Peugeot-Opel – che ha dato origine al secondo player europeo dopo Volkswagen – i concorrenti reagiscono, e in particolare si fa sentire Fca: l’ad Sergio Marchionne dal Salone dell’auto di Ginevra disegna un nuovo futuro per lo stabilimento di Pomigliano, annunciando che dal 2019-2020 perderà la Panda (sembra a favore della Polonia) ma probabilmente arriverà una Maserati o un’Alfa Romeo come rimpiazzo. Rassicurazioni che non tranquillizzano la Fiom – che chiede un confronto urgente – mentre Fim e Uilm apprezzano e sostengono la strategia del manager.

IL FUTURO INDUSTRIALE di Fca – gruppo che tra gli altri controlla il marchio Fiat – è a questo punto complesso: da un lato l’esigenza di rispondere, soprattutto in Europa, al nuovo soggetto nato dalle nozze di Psa-Peugeot e Opel, dall’altro il dialogo con il presidente degli Usa Donald Trump dopo anni di rapporti proficui con il suo predecessore, Obama. Marchionne, pragmatico ad dei due mondi, non fa mai questione di collocamento politico e si prepara anzi a spostare alcune produzioni dal Messico agli Stati Uniti per venire incontro all’America first del neo inquilino della Casa Bianca.

RIGUARDO ALLA PARTITA con i concorrenti, soprattutto nel Vecchio continente, Marchionne ammette che «l’integrazione tra Psa e Opel farà pressione sul gruppo Volkswagen per quanto riguarda il suo posizionamento nel mercato europeo». «Volkswagen è leader in Europa e adesso Peugeot con Opel la incalzerà perché sarà seconda alle sue spalle. Subito dopo c’è anche Renault», ha osservato l’ad. E sulla possibilità che questo possa facilitare colloqui tra Fca e il gruppo Vw, Marchionne ha risposto: «Ovviamente sì, la casa tedesca con Fca potrebbe rafforzare il suo primato in Europa. Non ho alcun dubbio che Volkswagen a un certo momento si presenti da noi per parlare».

SUL FRONTE USA, Marchionne ha confermato di voler assecondare Trump nel suo intento di proteggere e incrementare l’occupazione negli Usa, anche a discapito di quella in Messico: «Non mi voglio addentrare in discussioni politiche su Trump – ha spiegato – cerco di essere obiettivo e di valutare in quale modo portare avanti le attività di Fca negli Stati Uniti». «Riporteremo dal Messico alcune attività, questo lo otterrà, ma è una cosa che riguarda il mercato americano e l’occupazione americana», ha aggiunto. «Da Trump si può imparare qualcosa, magari con un tono diverso. Si può avere un rapporto più diretto con l’industria, più collaborazione».

NON È MAI tramontata l’ipotesi di una alleanza con il colosso statunitense Gm, che è e resta una porta «impossibile da chiudere perché non si è mai aperta: ho bussato e non ho avuto risposta», ha spiegato Marchionne . «La mia idea sulla fusione con Gm rimane la stessa – ha precisato – anche se ora (dopo la cessione di Opel a Psa-Peugeot da parte di Gm, ndr) le sinergie sono un po’ cambiate e quindi è meno desiderabile. Abbiamo perso il 20% delle sinergie che potevano esistere con la fusione. Comunque non cambia niente».

TUTTO QUESTO SUL fronte degli scenari internazionali: ma in Italia le preoccupazioni si addensano su Pomigliano, perché non è ancora chiaro cosa potrebbe seguire all’addio della Panda, annunciato ieri. Timori espressi dalla Cgil, con Susanna Camusso, e dalla Fiom. Mentre Marco Bentivogli, segretario Fim Cisl, plaude all’«upgrade della produzione per Pomigliano, con la conferma di un’auto di fascia superiore della gamma Alfa Romeo».

E se la Uilm, ugualmente positiva verso l’ad di Fca, chiede però, a questo punto, di «chiarire quali modelli porterà nel sito campano», è la Fiom, con il responsabile auto Michele De Palma, a sollecitare «un confronto urgente con tutti i sindacati in Italia», e insieme «l’intervento del governo, che non può continuare a tacere sulle politiche industriali e occupazionali che riguardano Fca».

«LA PANDA ANDRÀ altrove, ma non ora, intorno al 2019-2020. Lo stabilimento di Pomigliano ha la capacità di fare altre auto», aveva spiegato in mattinata Marchionne (e molti hanno pensato a una produzione che sarà tutta polacca), per poi aggiungere che nel sito campano arriverà un modello Alfa Romeo o Maserati per rimpiazzare la Panda: tra i modelli previsti dal piano industriale ci sono due suv, uno sopra e uno sotto lo Stelvio, il più grande andrà a Mirafiori e il più piccolo a Pomigliano. I sindacati adesso attendono dati e conferme.

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