Lotto marzo inventa lo sciopero globale
Sarà un 8 marzo memorabile. E non perché la data corrisponda all’istituita «giornata internazionale delle donne», neppure perché si recideranno mimose a volontà facendo finta sia una festa. Lo sciopero globale delle donne, concertato in circa 48 paesi in tutto il mondo e a cui ha aderito anche l’Italia grazie alla rete NonUnaDiMeno, ha un profilo internazionale, un’intersezione delle lotte che da circa otto mesi sta conoscendo un percorso capillare che è cresciuto fino a diventare marea.
È stata straripante il 26 novembre scorso a Roma, con centinaia di migliaia di donne in piazza nel segno di una forza che ha preso per mano diverse generazioni politiche di femministe. Quelle che da quarant’anni proseguono l’impegno incessante nei saperi critici femminili, nei centri antiviolenza così come in una serie di movimenti, spesso misti. E quelle che negli anni Settanta e Ottanta non hanno fatto parte del movimento perché stavano arrivando al mondo.
Questo 8 marzo proviene da lì e se ha vinto la sua scommessa lo deve all’impegno paziente delle assemblee cittadine che in questi mesi si sono incontrate da Catania a Bolzano passando per Genova, Bologna, Cagliari e Latina e percorrendo, da su a giù, l’intera mappa dei luoghi che hanno aderito allo sciopero. Niente bandiere di partito neppure questa volta ma un desiderio di radicalità politica che si è deciso per l’astensione dal lavoro produttivo e riproduttivo.
E se la lotta contro la violenza maschile, di cui si è discusso il 26 e 27 novembre scorsi, continua nella elaborazione del «piano femminista contro la violenza», il lavoro è uno dei punti centrali che il 17 gennaio ha spinto NonUnaDiMeno per l’appello ai sindacati confederali, di base e autonomi, chiedendo di «mettersi al servizio» della grande mobilitazione di oggi. Avviate già a novembre, le interlocuzioni con i sindacati hanno sortito momenti proficui di scambio ottenendo l’adesione di molte sigle tra cui Usi, Cobas, Usb, Sial Cobas, Usi-Ait, Usb, Sgb, Flc Cgil. Da parte della Fiom, con cui l’incontro è avvenuto il 28 febbraio, e riguardo la Cgil, con cui il botta e risposta con la segretaria Susanna Camusso si è concluso ieri, non vi è invece stata disponibilità a indire lo sciopero generale, fermo restando che nelle singole realtà territoriali le delegate e le lavoratrici potranno attuarlo insieme a iniziative, assemblee e ciò che riterranno appropriato. Così come nel caso della Fiom, la replica di ieri a Camusso, da parte della rete NonUnaDiMeno, ha assunto la posizione con una ulteriore richiesta: «Se davvero ha a cuore il problema della violenza in tutte le sue forme», le attiviste chiedono «di vigilare, affinché venga garantito alle lavoratrici l’esercizio di un diritto individuale sancito e tutelato dalla Costituzione. Perché non indire lo sciopero è legittimo, impedirne l’esercizio no».
Cortei, assemblee nelle piazze, nelle scuole, negli ospedali, nelle università molte sono le azioni che si incroceranno con i singoli percorsi di costruzione dei tavoli tematici che hanno dettagliato i punti. In Sardegna si è costituita la rete regionale NonUnaDiMeno che oggi dà appuntamento a Cagliari, scelta come sede unica – ciò nonostante ci sarà una manifestazione anche a Nuoro che aderisce pur sempre allo sciopero globale. In molte città ci saranno presidi informativi, volantinaggi e inviti al raduno collettivo; è il caso di Reggio Calabria. A Cosenza invece si comincia la mattina all’università con un «corteo rumoroso nero e fucsia» per poi avviarsi alla serata colma di performance artistiche e musicali. Così Lecce, Bari fino a Taranto e Potenza, in cui si «riaffermerà la forza attraverso la sottrazione». Appuntamenti anche davanti ai consultori, come quello di Via Vernieri a Salerno o ancora a Benevento per una discussione sulla 194. Non mancheranno Napoli, Treviso, Udine, Foggia, Formia, L’Aquila. E naturalmente sarà mobilitazione anche a Roma. E poi Lanciano che, insieme ad altri casi, aderisce allo sciopero anche come Comune e una giornata all’insegna della formazione, letture per bambini, poesie e interventi studenteschi.
Oggi è un 8 marzo che verrà ricordato come una giornata globale in cui la sponda di molte donne, e non solo, assumerà proporzioni enormi di lotta e giustizia amorosa per il proprio futuro. E non ci si fermerà
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