Referendum CGIL ancora senza data, il governo latita
ROMA. Non c’è ancora una data per i referendum della Cgil: è evidente che il governo Gentiloni si sta prendendo tutto il tempo possibile per stabilirla, in modo da evitare l’attenzione mediatica sul tema. Dovrà farlo entro l’11 marzo, e piazzare la consultazione tra il 15 aprile e il 15 giugno: il 16 aprile, prima domenica utile, è Pasqua, quindi è molto probabile che al più presto si andrà a votare il 23 di aprile. Ovviamente al netto di eventuali elezioni politiche anticipate entro l’estate – per ora improbabili ma non ancora impossibili – che potrebbero far rinviare il pronunciamento sui due quesiti su voucher e appalti al 2018.
IL MASSIMO DELLO «sgarbo» (del governo alla Cgil) potrebbe essere quello di decidere – ad esempio a un consiglio dei ministri di venerdì 10 marzo – la data più ravvicinata possibile (il 16 aprile, o, come detto, più probabilmente il 23) in modo da comprimere il confronto e la vera e propria campagna elettorale in un solo mese: il non raggiungimento del quorum sarebbe un successo per il Pd a trazione renziana, che vede il referendum come il fumo negli occhi. Per questo la Cgil, che chiede l’accorpamento con la data delle amministrative, ha già cominciato a percorrere l’Italia per informare: e oggi partono anche i camper.
La segretaria generale Susanna Camusso percorrerà le vie di Roma e si recherà in due luoghi chiave per l’informazione – Sky sulla Salaria e Repubblica sulla Colombo – per sensibilizzare i giornalisti. Terrà anche due assemblee con i dipendenti dei due gruppi, quelli dell’azienda di Murdoch tra l’altro coinvolti in una pesante ristrutturazione con centinaia di esuberi e trasferimenti obbligati nella sede di Milano.
ALLO STESSO MODO si muoveranno in camper tutti gli altri segretari: Gianna Fracassi alla Gazzetta del Mezzogiorno e alla sede Rai di Bari; Rossana Dettori a Napoli (Il Mattino e Rai); Franco Martini incontrerà Firenze i lavoratori e il direttore de La Nazione; Roberto Ghiselli incontrerà il desk della Stampa di Torino e poi i dipendenti.
Ricca anche l’agenda di Milano: Nino Baseotto guiderà le iniziative al Tg3 in Corso Sempione, a Mediaset e TgCom24 a Cologno Monzese, e infine un’assemblea al Corriere della Sera, dove interverrà anche il direttore Luciano Fontana.
I DUE QUESITI chiedono l’abrogazione dei voucher e di stabilire la responsabilità solidale (tra committente e prestatore) negli appalti. «I voucher sono ormai di fatto uno strumento malato di sommersione e precarizzazione del lavoro – spiega la Cgil – uno o due voucher servono per “coprire” un’intera giornata di lavoro e anche piu, evitando controlli e quindi favorendo, non ostacolando, il pagamento in nero.
«L’alternativa all’abrogazione dei voucher non è affatto il lavoro nero – sostiene ancora la confederazione sindacale – La Cgil ha una proposta chiara contenuta nella Carta dei Diritti Universali del Lavoro: le rpestazioni occasionali vanno normate con uno strumento di natura contrattuale che assicuri pienezza contributiva, previdenziale e assicurativa».
LA CARTA DEI DIRITTI universali è una proposta di legge di iniziativa popolare – sostenuta da quasi 1,2 milioni di firme e portata recentemente all’attenzione di tutti i gruppi parlamentari. Il problema (non da poco) è calendarizzarla e arrivare quindi un giorno a discuterla.
Il secondo quesito chiede di abrogare le norme che limitano la responsabilità solidale negli appalti, impedendo così che ci siano differenze di trattamento e tutele tra chi lavora nell’azienda committente e chi negli appalti o subappalti.
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