Riparte la trattativa per il contratto Alitalia

Riparte la trattativa per il contratto Alitalia

Loading

Nuova giornata di passione per i lavoratori di Alitalia, ma ieri si è aperto uno spiraglio sul contratto: l’azienda, dopo un incontro in mattinata con il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, ha accettato di sedersi a un tavolo per il rinnovo. C’è la possibilità, quindi, che voglia ritirare non solo l’intenzione di applicare il regolamento unilaterale che dovrebbe entrare in vigore l’1 marzo, ma forse anche le azioni unilaterali (come il congelamento degli scatti di anzianità) messe in campo già dall’1 gennaio, dopo che il vecchio contratto era scaduto nel 2016.

L’incontro dei sindacati con Assaereo (associazione a cui Alitalia è affiliata) è stato tempestivamente fissato per oggi, ma non sarà utile (in quanto è ormai troppo tardi) per revocare lo sciopero di domani. Tra l’altro i sindacati non vedono rosa, nonostante le aperture della compagnia: non è detto – spiegano – che Alitalia azzeri tutte le iniziative unilaterali messe in campo da gennaio; potrebbe comunque applicare il regolamento dall’1 marzo se non si giungesse a un accordo sul rinnovo entro il 28 febbraio; e infine si dovrebbe comunque negoziare «al buio», visto che non è ancora noto il famoso Piano industriale più volte richiesto dal governo, e che (forse) potrebbe essere desecretato entro il 10 marzo.

Insomma sono settimane convulse, e il tutto con la spada di Damocle dei 1500-1600 (c’è chi parla anche di 2 mila) esuberi mai tolti dal tavolo, nodo che ovviamente rende i lavoratori ancora più tesi.
Ripercorriamo la giornata di ieri per capire i vari passaggi. In mattinata il ministro Calenda e la viceministra Teresa Bellanova hanno incontrato l’amministratore delegato dell’aviolinea, Cramer Ball. Dall’esecutivo è giunta la richiesta della riapertura della trattativa sul contratto, con il contestuale ritiro dell’ormai famigerato regolamento.

Come primo effetto dell’incontro, nel pomeriggio è arrivata la convocazione da parte di Assaereo di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto aereo per oggi, con all’ordine del giorno il contratto di lavoro. Convocazione seguita, a stretto giro, da una nota nella quale la compagnia assicura la propria disponibilità a cercare un accordo con i sindacati sul rinnovo del contratto.

«Abbiamo già rinnovato l’invito ai sindacati affinché riprendano il confronto con l’azienda, per stabilire innanzitutto le tappe urgenti e necessarie al fine di agevolare un’intesa», ha riferito la compagnia, che «continua a ritenere che un accordo con i sindacati sia la strada più auspicabile per il rilancio». «Ferma restando – aggiunge però subito dopo – la necessità di rinnovare il proprio modello di business, aumentando i ricavi e riducendo i costi, per rendere Alitalia competitiva ed economicamente sostenibile sul mercato».

Insomma, se non si vuole il regolamento, a quel tavolo bisognerà però accettare dei sacrifici, appunto per tagliare i costi: almeno 160 milioni è l’obiettivo di risparmio 2017, visto che nel 2016 si sono persi quasi 2 milioni al giorno (600 milioni in tutto, nonostante l’accordo con la ricca compagnia degli Emirati Etihad).

La parola a questo punto passa ai sindacati, per capire come potrebbero evolversi le trattative. «Per una sospensione dello sciopero – spiega il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi – siamo fuori tempo massimo. I tempi non ci sono ma, soprattutto, non c’è alcun segnale di retromarcia da parte dell’azienda per un ripristino delle condizioni contrattuali al 31 dicembre scorso. Occorre riportare indietro le lancette dell’orologio e azzerare tutte le azioni unilaterali messe in campo dall’azienda, a cominciare dal congelamento degli scatti di anzianità. Ora, il cerino è in mano all’azienda e tocca a lei fare i passi necessari».

Quanto al mistero del Piano industriale, il segretario Filt Cgil Nino Cortorillo parla di «pistola alla tempia»: «Come è possibile – chiede – sedersi al tavolo contrattuale senza sapere cosa preveda il nuovo piano industriale? Non sappiamo neanche se e in che misura vi sia l’impegno dell’azionista a tenere in piedi l’azienda e ci si chiede di modificare il contratto. Sarebbe una trattativa al buio. Tanto più che dovremmo firmare entro il 28 febbraio, con la spada di Damocle che, senza accordo, dall’1 marzo scatta il nuovo regolamento unilaterale. È una vera follia».

Sullo sciopero di domani, l’azienda ha fatto sapere di aver «già riprotetto il 90% dei passeggeri», di cui «oltre la metà volerà comunque».

SEGUI SUL MANIFESTO



Related Articles

Sciopero Cgil, fermo più di mezzo Paese

Loading

Il sindacato: adesioni al 58%. Cortei in 130 piazze. Tensioni a Roma, Genova e Torino. Camusso alla Cisl e alla Uil: è ancora possibile riprendere il filo dell’unità  

Quelle liberalizzazioni d’autorità  che non aiutano il mercato

Loading

Aumentare il numero delle licenze, regalandone una seconda per compensare l’aumento, non è la liberalizzazione dei tassì, ma la perpetuazione di un doppio vizio, europeo e nazionale.

In Europa meno vincoli a licenziare ma funzionano sussidi e reinserimento

Loading

Il dossier . Il modello migliore è la “flexicurity” adottata nella penisola scandinava. Corsi di formazione e aiuti a trovare un nuovo impiego anche a Parigi e Berlino 

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment