Stadio della Roma, la soluzione di Grillo
E dopo il vertice con la sindaca aggiunge: «Il posto ha dei problemi come ubicazione. Ma li risolveremo»
ROMA. Arriva di nuovo Beppe Grillo a tentare di dirimere l’ennesima incertezza della giunta di Viginia Raggi. Questa volta, è un problema grande quanto il milione di metri cubi di cemento che pendono sull’area di Tor di Valle: una cittadella con stadio della Roma annesso. Il leader è arrivato in Campidoglio accompagnato dai due deputati pentastellati del gruppo di supporto agli enti locali, Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro e da Davide Casaleggio. All’incontro c’erano anche l’avvocato M5S Luca Lanzalone con la presidente della commissione capitolina urbanistica Donatella Iorio e i responsabili comunicazione Rocco Casalino e Ilaria Loquenzi.
La prima notizia è che Grillo, che da settimane ha deciso di coprire politicamente e rafforzare non poco la posizione della sindaca, ancora considera possibile la grande opera calcistica. «Se lo stadio si dovesse fare sarà fatto con criteri che da queste parti non hanno mai visto», dice salendo verso palazzo Senatorio.
Poi ha pronunciato una frase sibillina: «Se ne dovrà occupare un costruttore non un palazzinaro». Potrebbe essere soltanto una trovata comunicativa, un escamotage linguistico per evitare che le scelte urbanistiche della giunta grillina si trovino in continuità con quelle delle amministrazioni precedenti. Oppure, potrebbe essere altro. Dietro queste parole potrebbe nascondersi il riferimento ad un cambio di scenario, la riproposizione di un assetto che in passato era stato sondato. Secondo quella che al momento è soltanto un ipotesi, insomma, il ruolo del costruttore romano Parnasi verrebbe declassato a quello di semplice proprietario dei terreni di Tor di Valle. Il progetto, invece, potrebbe essere realizzato da un’altra azienda.
Di chi si tratta? Chi ha seguito le alterne fasi di questa storia ricorda di quando si disse che della partita sarebbe stata la Pizzarotti di Parma, impresa edile che vanta soltanto una omonimia col sindaco dissidente del M5S. Con Parnasi oberato dai debiti, le attività di costruzione verrebbero affidate a una società di nuova costituzione di cui gli emiliani possiederebbero la maggioranza delle quote. Parnasi diventerebbe semplice socio di minoranza, ma potrebbe ristrutturare il suo debito (verso Unicredit, che è parte in causa anche nelle vicende societarie dell’As Roma) da una situazione di maggiore solidità, fornita dalla partnership con il quarto gruppo italiano del settore.
La palla passerebbe a una società che vanta un fatturato di 1,1 miliardi, con esperienza in grandi opere, abituata a gestire grandi appalti pubblici (dall’autostrada del Sole alla Brebemi fino alla realizzazione di alcuni pezzi dell’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi). Questo spiegherebbe la differenza tra «palazzinaro» e «costruttore» evocata da Grillo.
Cosa e come c’entri, il comico genovese, con questa storia sempre più intricata, e come mai si presenti a discuterne con la sindaca peraltro in assenza di Marcello De Vito, considerato ostile allo stadio, e con la poltrona vuota di un assessore all’urbanistica dopo le dimissioni di Paolo Berdini legate proprio a questa vicenda, fa parte delle strane dinamiche della galassia grillina. All’interno della quale si muovono anche gli oppositori.
È prevista per oggi la manifestazione dei No Stadio del M5S, che porteranno simbolicamente a Raggi il testo della delibera con la quale propongono venga disconosciuta la «pubblica utilità» al progetto. «Ci sono delle problematiche che verranno discusse – ha proseguito Grillo – Con Raggi e con la giunta parleremo di questa città meravigliosa e dei progressi che abbiamo fatto».
Chi verrà dopo Berdini, ad avallare l’eventuale progetto? «Il nuovo assessore ci sarà, ci saranno delle belle novità. Non c’è ancora il nome ma abbiamo, anzi hanno, delle scelte. Lavorano bene, state tranquilli». Tornando sullo stadio, il leader ha promesso: «Qualsiasi costruzione sarà fatta con criteri innovativi e con le tecnologie che ci sono oggi, ma prima sentiamo la popolazione interessata al progetto e insieme a loro costruiremo una cosa straordinaria». Alla domanda se verrà aperta una consultazione sul blog, Grillo ha dribblato prontamente ogni impegno: «Il voto online lo faremo sul programma di governo».
Nei giorni scorsi Raggi aveva fatto sapere di tener presente la richiesta di vincolo sull’ippodromo di Tor di Valle posta dalla soprintendenza, sulla quale invece la Roma ha annunciato ricorso. Grillo avrebbe detto alla sindaca: «Decidete, ignorando le pressioni». Uscendo dal vertice non ha potuto nascondere i punti critici ma ha promesso che tutto si aggiusterà (non si sa bene come): «Si pensa al diritto all’ambiente e alla salute, il posto ha dei problemi come ubicazione, per la composizione e per il suolo, per l’idrogeologia – ha dichiarato – Sono problemi, che però risolveremo».
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