by Chiara Cruciati, il manifesto | 14 Febbraio 2017 9:56
Si è chiusa ieri la terza edizione della fiera delle armi Hit Show a Vicenza: oltre 400 espositori, «l’eccellenza della produzione Made in Italy accanto ai più famosi marchi internazionali, in particolare dell’area Usa». Con queste parole la fiera si presenta al pubblico.
Armi, munizioni, attrezzature ottiche e molto altro è quanto Hit Show propone. Ma c’è chi negli ultimi tre anni, la società civile locale e nazionale, non ha cessato di portare avanti una campagna di contro-narrazione, verso quella che definiscono «un’operazione ideologico-culturale e persino politica che è in atto nel nostro paese per incentivare la diffusione delle armi”.
Dietro la fiera (dedicata al B2B, al Business to Business, dunque al commercio tra aziende private) c’è Italian Exhibition Group (Ieg), società per azioni che ha tra i suoi azionisti anche enti pubblici, come il Comune e la Provincia di Vicenza e la Regione Emilia-Romagna.
È a loro che la campagna si rivolge, una campagna di base formata – tra gli altri – da Rete Italiana per il Disarmo, Opal, Acli, Arci, le associazioni vicentine di Cgil, Cisl, Azione Cattolica, Commissione diocesana della pastorale sociale.
Nel mirino (è il caso di dirlo) ci sono i bambini: nelle due precedenti edizioni della fiera, minori si aggiravano tranquilli per gli stand con alcuni dei venditori che gli mettevano in mano pistole e fucili semiautomatici.
Immagini catturate da fotografie scattate sul posto e che hanno sollevato le proteste della società civile: Hit Show è l’unica fiera nell’Unione Europea in cui i minori possono entrare, muoversi liberamente tra banchi pieni di armi e munizioni e prendervi dimestichezza.
Per questo, per l’edizione 2017, la fiera si era impegnata con il Comune di Vicenza – azionista di Ieg, appunto – a vietare l’ingresso ai minori di 14 anni, dandone conto nel regolamento fieristico e suscitando così o le proteste di visitatori e associazioni venatorie.
Tutto cancellato: in successivi comunicati, Hit Show (parlando di «equivoco dovuto ad uno spiacevole refuso») specifica che i minori di 14 anni possono entrare «se accompagnati da adulti» e non possono comunque «maneggiare le armi esposte».
Poco cambia: in passato è accaduto di frequente. A preoccupare è l’atmosfera in cui i bambini si ritrovano immersi. Armi di ogni tipo, eccezion fatta per quelle specificatamente da guerra, dalla difesa personale al tiro sportivo, ma anche per la caccia e il collezionismo; porte aperte a esperti del settore ma anche a semplici visitatori; e convegni in cui l’utilizzo di armi viene raccontato, spiegato e giustificato: «A Hit Show si tengono convegni di associazione che chiedono minori restrizioni sulle armi – ci spiega Giorgio Beretta, dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere – e anche le direttive che si stanno discutendo a livello europeo. Cose che non hanno niente a che fare con una fiera merceologica-commerciale. Si sta sempre di più profilando come un’operazione ideologico-culturale e politica per incentivare la diffusione di armi».
Armi comuni di cui si promuove l’utilizzo, ispirandosi alla cosiddetta “area Usa” citata dalla fiera, un paese dove la diffusione capillare tra i civili è da decenni ragione di stragi e massacri. A Vicenza si rischia di farla penetrare nelle menti dei più piccoli, mettendogli in mano delle armi e facendogli pensare che sia del tutto normale.
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