by Roberto Ciccarelli, il manifesto | 18 Gennaio 2017 9:04
Movimenti. Non Una Di Meno: “Chiediamo a tutti i sindacati confederali, di base e autonomi, in particolare a tutti quelli che hanno aderito alle giornate del 26 e del 27 Novembre di mettersi al servizio della mobilitazione delle donne e di indire lo sciopero generale per la giornata dell’8 Marzo 2017”
Appello ai sindacati di base, autonomi e confederali per la convocazione di uno sciopero generale per l’8 marzo, in occasione dello «sciopero globale delle donne» lanciato dalle donne argentine e raccolto in 22 paesi. Lo ha promosso Non Una di Meno il coordinamento delle donne che ha organizzato la manifestazione del 26 novembre contro la violenza sulle donne: «dare la possibilità di adesione al più ampio numero di lavoratrici dipendenti e a chi gode del diritto di scioperare». «Per chi non può scioperare rilanciamo cortei diurni o serali. Riprendiamoci la notte e lo spazio pubblico. Facciamo marea».
Durante l’8 marzo si pensa di “reinventare lo sciopero come pratica femminista a partire dalle forme specifiche di violenza, discriminazione e sfruttamento che viviamo quotidianamente, 24 ore al giorno, in ogni ambito della vita”. Si vogliono sperimentare “forme di blocco della produzione e della riproduzione sociale” come l’astensione dal lavoro, lo sciopero bianco, lo sciopero del consumo, l’adesione simbolica, lo sciopero digitale, il picchetto.
Sono importanti i consigli pratici forniti a chi, precaria e precario, non possono permettersi molto spesso di aderire allo sciopero perché non ne hanno il diritto. “Puoi chiedere un permesso, ad esempio per andare a donare il sangue”. Per chi lavora in nero o in modo saltuario “si possono organizzare iniziative di sostegno materiale e casse di mutuo soccorso”.
“Vogliamo trovare soluzioni condivise e collettive come è avvenuto in Polonia in cui molti uomini, mariti, compagni, padri, fidanzati, fratelli, nonni, amici, hanno svolto un lavoro di supplenza nello svolgimento di attività normalmente svolte dalle donne”.
Tra gli obiettivi c’è quello di “reinventare lo sciopero come vera e propria pratica femminista”: “Ci asterremo da ogni attività produttiva e riproduttiva che ci riguardi”. “Constatiamo ogni giorno quanto la violenza sia fenomeno strutturale delle nostre società, strumento di controllo delle nostre vite e quanto condizioni ogni ambito della nostra esistenza: in famiglia, al lavoro, a scuola, negli ospedali, in tribunale, sui giornali, per la strada”.
L’organizzazione della giornata di sciopero è già in corso. Importante per il coordinamento sarà l’assemblea nazionale programmata a Bologna il 4 e 5 febbraio.
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