L’Aquila. Precipita il velivolo del 118 dei soccorsi, sei morti
L’AQUILA. Avevano appena effettuato un soccorso: uno sciatore che, durante una discesa, era caduto e si era fatto parecchio male. L’incidente si era verificato negli impianti di Campo Felice, nell’Aquilano, nota stazione sciistica, contornata da cime alte più di 2 mila metri. Avevano caricato il ferito a bordo dell’elicottero e lo stavano trasportando in ospedale. E’ a quel punto che si è verificata la tragedia: il velivolo del 118 è precipitato tra le montagne dell’Abruzzo, regione in questo periodo funestata da maltempo, terremoto e dalla catastrofe dell’Hotel Rigopiano, su cui si è abbattuta una valanga che ha distrutto l’albergo e falciato numerose vite.
L’incidente nella mattinata di ieri, alle 12.15: sei le vittime, l’intero equipaggio e l’infortunato. «L’elicottero – spiega Andrea Lallini, gestore degli impianti di Campo Felice – era stato fatto arrivare perché lo sportivo aveva riportato fratture importanti agli arti, a tibia e perone. Il mezzo è atterrato ritenendo che ci fossero le necessarie condizioni di sicurezza». Il team di operatori – Walter Bucci, 57 anni, medico rianimatore del 118 dell’Asl dell’Aquila; Davide De Carolis, tecnico del Soccorso alpino e consigliere comunale di Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila); Giuseppe Serpetti, infermiere dell’Aquila; Mario Matrella, pugliese, verricellista; Gianmarco Zavoli, emiliano, pilota – ha prestato le prime cure al ferito – Ettore Palanca, 50 anni, di Roma, maitre dell’Hotel Cavaliere Hilton – ed è ripartito. Ma durante il rientro si è consumato il dramma.
L’elicottero, dalle prime difficili ricostruzioni, si è probabilmente schiantato contro il Monte Cefalone: impatto terrificante. Secondo quanto spiegato dai carabinieri forestali, in quota c’è una pendenza vicina al 100% e il suolo è inclinato di 45 gradi. I cieli, in quel momento, in quel luogo, erano dominati da una fitta nebbia e da nuvole basse e il mezzo – un AW139 con marche EC-KJT, – è caduto da un’altezza di 600 metri, nei pressi del rifugio Amantino. «Volava basso e piano, c’era molta nebbia non si vedeva a pochi metri; seguiva la strada, mentre andava verso la stazione di Campo Felice dal valico della Crocetta – racconta Loris Fucetola, istruttore di fondo, che ha lanciato l’allarme -. Quando è tornato indietro ho prestato attenzione, poi ho sentito un botto, un fortissimo rumore, penso l’ impatto con la roccia. Il motore ha continuato a girare per un minuto poi più nulla. Ho chiamato subito il 118».
I rottami sono stati localizzati in un canalone nei pressi di Casamaina, in territorio di Lucoli, sparsi in mezzo a una coltre di neve alta metri. Il velivolo si è disintegrato – questo riferiscono le forze dell’ordine -: la coda e la fusoliera rinvenuti a pezzi. Tutti morti, quelli di bordo. Non hanno avuto possibilità di scampo. Una zona impervia, impossibile, irraggiungibile, e i soccorritori, ostacolati dalla nebbia, da neve e ghiaccio e da una tormenta, sono andati avanti sugli sci. Giunti a 500 metri dal punto dello schianto hanno dovuto utilizzare gli infrarossi per scovare il velivolo.
Le salme sono state recuperate, con molta difficoltà, utilizzando due gatti delle nevi. I corpi sono poi stati messi sulle ambulanze e portati all’obitorio dell’Aquila. Da accertare le cause del disastro. Ma le condizioni meteorologiche proibitive di sicuro hanno influito. «Ci vorrà tempo a capire la dinamica del disastro – afferma Marco Cordeschi, esperto consulente del Comune dell’Aquila nell’ambito della Commissione valanghe -, ma possiamo ipotizzare che lo schianto sia avvenuto a causa della nebbia perché questo è un itinerario conosciuto. Nei giorni scorsi, durante le operazioni per l’emergenza maltempo, anche i mezzi dell’Aeronautica guidati da piloti molto esperti hanno avuto difficoltà in questo tratto. Siamo sotto choc perché li conoscevamo tutti…».
Sull’accaduto c’è un’inchiesta della Procura dell’Aquila, avviata dal magistrato Simonetta Ciccarelli, che ha dato ordine di acquisire quanto più possibile immagini del relitto e del luogo della tragedia. Una squadra di vigili del fuoco, partita a piedi, tra bufera e raffiche di vento, ha cercato di far alzare un drone munito di telecamera, per riprendere i rottami. Anche l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo – che ha competenza sugli incidenti aerei – ha aperto un’inchiesta. Ha disposto – fa sapere in una nota – «l’invio di un team investigativo nella zona dell’evento». «Una terra ancora una volta colpita dalla sofferenza e che vede il sacrificio di suoi uomini impegnati generosamente in missione di soccorso», così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, tramite un comunicato del Quirinale, formula «sentimenti di vicinanza e partecipazione, a nome di tutti gli italiani, alle famiglie delle vittime, agli operatori del 118 e del Soccorso alpino».
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