Gli Stati Uniti schierano carri armati in Polonia
Il 12 gennaio, due giorni dopo il suo discorso di addio, il presidente Obama ha dato il via al più grande schieramento di forze terrestri nell’Europa orientale dalla fine della guerra fredda: un lungo convoglio di carrarmati e altri veicoli corazzati statunitensi, proveniente dalla Germania, è entrato in Polonia.
È la 3a Brigata corazzata, trasferita in Europa da Fort Carson in Colorado: composta da circa 4.000 uomini, 87 carrarmati, 18 obici semoventi, 144 veicoli da combattimento Bradley e centinaia di Humvees. L’intero armamento viene trasportato in Polonia sia su strada, sia con 900 carri ferroviari. Alla cerimonia di benvenuto svoltasi nella città polacca di Zagan, l’ambasciatore Usa Jones ha detto che «man mano che cresce la minaccia, cresce lo spiegamento militare Usa in Europa».
Quale sia la «minaccia» lo ha chiarito il generale Curtis Scaparrotti, capo del Comando europeo degli Stati uniti e allo stesso tempo Comandante supremo alleato in Europa: «Le nostre forze sono pronte e posizionate nel caso ce ne fosse bisogno per contrastare l’aggressione russa». La 3a Brigata corazzata resterà in una base presso Zagan per nove mesi, fino a quando sarà rimpiazzata da un’altra unità trasferita dagli Usa.
Attraverso tale rotazione, forze corazzate statunitensi saranno permanentemente dislocate in territorio polacco. Da qui, loro reparti saranno trasferiti, per addestramento ed esercitazioni, in altri paesi dell’Est, soprattutto Estonia, Lettonia, Lituania, Bulgaria, Romania e probabilmente anche Ucraina, ossia saranno continuamente dislocati a ridosso della Russia.
Un secondo contingente Usa sarà posizionato il prossimo aprile nella Polonia orientale, nel cosiddetto «Suwalki Gap», un tratto di terreno piatto lungo un centinaio di chilometri che, avverte la Nato, «sarebbe un varco perfetto per i carrarmati russi». Viene così riesumato l’armamentario propagandistico Usa/Nato della vecchia guerra fredda: quello dei carrarmati russi pronti a invadere l’Europa. Agitando lo spettro di una inesistente minaccia da Est, in Europa arrivano invece i carrarmati statunitensi.
La 3a Brigata corazzata si aggiunge alle forze aeree e navali già schierate dagli Usa in Europa nell’operazione «Atlantic Resolve», per «rassicurare gli alleati Nato e i partner di fronte all’aggressione russa». Operazione che Washington ha lanciato nel 2014, dopo aver volutamente provocato col putsch di Piazza Maidan un nuovo confronto con la Russia. Strategia di cui Hillary Clinton è stata principale artefice nell’amministrazione Obama, mirante a spezzare i rapporti economici e politici della Russia con l’Unione europea dannosi per gli interessi statunitensi. Nella escalation anti-Russia, la Polonia svolge un ruolo centrale.
Per questo essa riceverà tra breve dagli Usa missili da crociera a lungo raggio, con capacità penetranti anti-bunker, armabili anche di testate nucleari.
Ed è già in costruzione in Polonia una installazione terrestre del sistema missilistico Aegis degli Stati uniti, analoga a quella già entrata in funzione a Deveselu in Romania. Anch’essa dotata del sistema Mk 41 della Lockheed Martin, in grado di lanciare non solo missili anti-missile, ma anche missili da crociera armabili con testate nucleari.
A Varsavia e nelle altre capitali dell’Est – scrive il New York Times – vi è però «forte preoccupazione» circa un possibile accordo del repubblicano Trump con Mosca che «minerebbe l’intero sforzo».
Un incubo tormenta i governanti dell’Est che basano le loro fortune sull’ostilità alla Russia: quello che se ne tornino a casa i carrarmati inviati dal democratico Obama.
Related Articles
Al via nel Neghev il piano forzato di confische di terre e di demolizioni di case arabe
ISRAELE Attia el Asam del Consiglio beduino: «Ci cacciano da dove siamo nati»
L’«antiterrorismo» della Nato
Nelle province turche di Adana e Hatai e in Giordania la Cia ha aperto da tempo centri di addestramento di militanti islamici provenienti da Afghanistan, Bosnia, Cecenia, Libia e altri paesi, preparandoli e armandoli per azioni terroristiche in Siria
Rete Disarmo denuncia i nuovi tentativi di demolire le leggi di controllo sulle armi
Replica di armi italiane – Foto: softairgun.it
“Ieri un altro passo verso lo smantellamento dei controlli è stato fatto in entrambi i rami del Parlamento. Al Senato, durante la discussione sulla legge di rifinanziamento delle missioni militari, si è cercato con un emendamento di far passare una modifica decisiva sulla definizione di legge di ‘arma da fuoco’. Contemporaneamente, alla Camera è stato approvato un articolo nella Legge Comunitaria che delega il Governo a riscrivere una parte della legislazione in materia di esportazione di armamenti”. Lo denuncia con un comunicato diffuso ieri, la Rete Disarmo che è allarmata “per la strategia in atto di evitare una discussione parlamentare di complessivo riordino della materia”.