È il più importante schieramento americano in Europa dalla fine della guerra fredda, e secondo alcuni dai tempi lontani in cui la Nato nacque e l’allora presidente Harry Truman applicò la dottrina del containment verso Urss e Centroest occupato dall’Urss, con enormi contingenti aerei, terrestri e navali americani nei Paesi alleati. È una risposta al comportamento della Russia, dall’invasione della Crimea all’ingerenza armata in Ucraina orientale, dicono alla Nato. Secondo loro, oltre all’annessione della Crimea definita illegittima, forze russe appoggiano i separatisti est-ucraini nelle regioni di Lugansk e Donetsk.
«Promettiamo continuità nella linea verso la Russia», ha detto il comandante supremo delle forze Usa in Europa, Ben Hodges. Spiegando: «In dicembre influenti senatori sia repubblicani sia democratici hanno scritto una lettera a Trump. Sottolineando che gli alleati esteuropei vogliono un segno tangibile, presenza militare Usa permanente da loro come deterrente verso Mosca. E noi restiamo il paese leader della Nato». Il presidente eletto non commenta.
Non cambia in modo significativo l’equilibrio delle forze Nato- Russia nelle zone in cui confinano. La “trojka” saldamente alla guida a Mosca, cioè il presidente Putin, i ministri della Difesa Shojgu e degli Esteri Lavrov, ha avviato da tempo un veloce ammodernamento e potenziamento delle forze armate e dispone di forze preponderanti terrestri, aeronavali, atomiche e delle unità speciali: efficienti, come si è visto in Siria. Ma la loro percezione dichiarata è di gesto ostile. L’opposto esatto della percezione nei paesi orientali della Nato. I tre Stati baltici (Estonia, Lettonia, Lituania), privi di vere forze armate, di aviazione, di contraerea, avendo importanti minoranze russe a casa temono agitazioni destabilizzanti russe. Non minore è l’inquietudine verso Mosca in Polonia, che pure — insieme all’Ungheria — dispone delle sole forze armate credibili e moderne dell’est della Nato. Varsavia mobilita anche milizie giovanili ausiliarie per il confine orientale. Addio al disarmo, addio a speranze di distensione. Così comincia in Europa il 2017, parallelamente al riarmo atomico mondiale.