Istat: un quarto degli italiani a rischio povertà

Istat: un quarto degli italiani a rischio povertà

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In difficoltà il 48,3% delle coppie con tre o più figli (rispetto al 39,4% dell’anno scorso) che raggiungono il 51,2% se si tratta di minorenni. Questi i numeri dell’analisi “condizioni di vita e reddito”, con dati riferiti al 2015.

Nel 2015 si stima che il 28,7% delle persone residenti in Italia sia a rischio di povertà o esclusione sociale. È quanto si legge nel rapporto dell’Istat su condizioni di vita e reddito. La quota è sostanzialmente stabile rispetto al 2014 (era al 28,3%) a sintesi di un aumento degli individui a rischio di povertà (dal 19,4% a 19,9%) e del calo di quelli che vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa (da 12,1% a 11,7%). Resta invece invariata la stima di chi vive in famiglie gravemente deprivate (11,5%).

Un italiano su 4 a rischio povertà
Il Mezzogiorno è ancora l’area più esposta: nel 2015 la stima delle persone coinvolte sale al 46,4%, dal 45,6% dell’anno precedente. La quota è in aumento anche al Centro (da 22,1% a 24%) ma riguarda meno di un quarto delle persone, mentre al Nord si registra un calo dal 17,9% al 17,4%.

Famiglie con figli in bilico
Le famiglie con figli sono il segmento più a rischio. Il tasso sale al 48,3% per le coppie con tre o più figli rispetto al 39,4% dell’anno scorso e raggiunge il 51,2% se si tratta di minorenni. Mentre il dato generale rimane stabile al 28,7%, ma con forti differenze territoriali: si va dal 46,4% del Mezzogiorno al 24% al Centro (in entrambi i casi si tratta di percentuali in aumento) al 17,4% (dato in lieve calo rispetto al 2014).

Diseguaglianza redditi sopra media d’Europa
Non solo. In Italia la diseguaglianza tra redditi e tra le maggiori in Europa.
«Una delle misure principali utilizzate nel contesto europeo per valutare la disuguaglianza tra i redditi degli individui è l’indice di Gini. In Italia – segnala l’Istat nel suo rapporto su condizioni di vita e reddito – esso assume un valore pari a 0,324, sopra la media europea di 0,310, ma stabile rispetto all’anno precedente». Nella graduatoria dei Paesi dell’Ue «l’Italia occupa la sedicesima posizione assieme al Regno Unito». Distribuzioni del reddito più diseguali rispetto all’Italia si rilevano in altri Paesi dell’area mediterranea quali Cipro (0,336), Portogallo (0,340), Grecia (0,342) e Spagna (0,346). In Italia l’indice di Gini è più elevato nel Sud e nelle Isole (0,334) rispetto al Centro (0,311) e al Nord (0,293).

Aumenta la distanza tra ricchi e poveri
Non a caso aumentano le distanze tra ricchi e poveri. Il 20% più ricco delle famiglie percepisce il 37,3% del reddito equivalente totale, il 20% più povero solo il 7,7%. La stima è dell’Istat a valere sui dati 2014. L’Istat segnala anche, nella rilevazione sulle condizioni di vita e reddito, che dal 2009 al 2014 il reddito in termini reali cala più per le famiglie appartenenti al 20% più povero, ampliando la distanza dalle famiglie più ricche il cui reddito passa da 4,6 a 4,9 volte quello delle più povere.



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