by Simone Pieranni, il manifesto | 27 Dicembre 2016 10:31
Il presidente russo Vladimir Putin, dopo aver espresso le proprie condoglianze a tutti i familiari delle 92 vittime del Tupolev Tu-154 finito nel Mar Nero dopo essere decollato da Sochi, mentre era diretto in Siria, ha ordinato una commissione di indagine affinché venga fatta luce sulle possibili cause del disastro aereo.
Al momento gli inquirenti russi non escludono alcuna pista, specie finché non sarà ritrovata la scatola nera del velivolo militare che a bordo ospitava il coro «Alexandrov», il famoso complesso canoro dell’Armata rossa, importanti funzionari, come il capo della polizia militare russa Vladimir Ivanovsky, di 49 anni, il responsabile del dipartimento culturale del ministero della Difesa Anton Gubankov, due funzionari civili e Elizaveta Glinka, conosciuta da tutti come la «dottoressa Liza», responsabile di una fondazione umanitaria. A bordo c’erano anche alcuni giornalisti.
INDAGINI La polizia russa procede in tutte le direzioni, senza escludere nulla, anche se dalle prime indiscrezioni i funzionari di Mosca sembrerebbero restii a considerare l’incidente come il risultato di un attentato. Di certo però la Russia è al centro di attenzione internazionale, a causa della propria attività militare in Siria, come ha dimostrato il recente omicidio del proprio ambasciatore in Turchia; alla luce di questo contesto, nessuna ipotesi può essere esclusa.
«Non ci sono segni o fatti che indichino che a bordo dell’aereo ci sia stato un attentato terroristico o di sabotaggio», ha sottolineato l’Fsb in una dichiarazione resa all’agenzia di stampa Tass. Nella dichiarazione si precisa anche che gli inquirenti stanno seguendo quattro piste (il motore colpito da un oggetto esterno, combustibile non a norma che avrebbe causato la perdita di pressione e bloccato i motori, errore del pilota e guasto tecnico). Ipotesi investigative ribadite anche dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. «Non c’è alcun elemento» a indicare un atto di terrorismo.
«Si tratta di una versione ben lontana dall’essere la principale», ha aggiunto ammettendo tuttavia che «si continuano a considerare tutte le ipotesi ed è troppo presto per parlare di una causa certa». Quando si troverà la scatola nera è probabile si possano avere informazioni più certe, ma le operazioni di recupero del derelitto e dei corpi non è affatto semplice.
Frammenti dell’aereo sono stati trovati al largo della costa di Sochi, a 50-70 metri di profondità. Ritrovati dalle squadre di soccorso anche undici corpi, che sono stati trasportati a Mosca per l’identificazione Sono impegnate nelle operazioni di ricerca 45 unità navali, 5 elicotteri e droni.
ALLARME NELLA CAPITALE La tensione in Russia resta comunque alta, nonostante le indicazioni degli investigatori: ieri tre stazioni ferroviarie della capitale russa sono state evacuate dopo un allarme bomba.
La situazione è tornata alla normalità nel pomeriggio: nelle tre stazioni di Mosca Leningradsky, Kazansky e Yaroslavsky, è tornata la normalità dopo che erano state evacuate in seguito a una telefonata anonima con minacce di una bomba. Più di tremila persone sono state costrette a lasciare le strutture dopo l’intervento della polizia, che con i cani addestrati a cercare esplosivo, ha poi effettuato le ricerche.
IL CORDOGLIO MONDIALE A portare le proprie condoglianze al presidente Putin e al popolo russo sono stati tanti: dal presidente cinese Xi Jinping, al presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker, fino al Papa. Francesco ha ricordato i meriti del coro «Alexandrov»: ««Esprimo vive condoglianze per la triste notizia dell’aereo russo precipitato nel Mar Nero. Il Signore consoli il popolo russo, i familiari dei passeggeri, dell’equipaggio e dell’eccellente coro dell’Armata Rossa», ha scritto il Papa, ricordando che il coro «si esibì nel 2004 in Vaticano per il 26esimo anno di Pontificato di Giovanni Paolo II. Preghiamo per loro».
LUTTO NAZIONALE A Mosca e in tutta la Russia Le bandiere sono a mezz’asta ed è stato proclamato un giorno di lutto nazionale. Mazzi di fiori sono stati depositati davanti all’aeroporto di Sochi, nel sud della Russia, da cui l’aereo era partito e davanti al quartier generale , a Mosca, del gruppo di danza e canto Alexandrov dell’Armata rossa.
Gli artisti si sarebbero dovuti esibire a Latakia in Siria per allietare le truppe russe a Capodanno.
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