Austria. «Meno tasse e meno rifugiati» Hofer tenta gli elettori

by Angela Mayer, il manifesto | 3 Dicembre 2016 10:44

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VIENNA Domani l’Austria torna alle urne – presumibilmente per l’ultima volta – per scegliere il suo presidente della repubblica. Non si tratta di elezioni come le altre. Non solo perché un presidente era già stato eletto il 22 maggio scorso: il candidato dei Verdi Alexander Van der Bellen. Il ballottaggio è stato annullato dalla Corte costituzionale dopo il ricorso presentato dalla Fpoe per la sconfitta di Norbert Hofer. Vi erano state delle irregolarità formali del voto postale, ma nessun broglio è stato riscontrato. Poi c’è stato il collagate, la sfida per il ministero degli interni austriaco di procurarsi buste elettorali che non si aprissero. Così eccoci arrivati al giorno fatidico di domani, dopo un anno intero di campagna elettorale, dopo Brexit e le elezioni negli Stati uniti.
Ci sarà un effetto Trump? Servirà a Hofer o a Van der Bellen? Domenica in ogni caso si deciderà la direzione in cui andrà il paese, spaccato come non mai e con la prospettiva sempre più probabile di elezioni anticipate a primavera.

MALGRADO LA STANCHEZZA, il clima è rovente e preoccupante. «Gentaglia di stranieri tra poco ci liberiamo di voi» si sono sentiti dire alcuni attori del «Schauspielhaus», il teatro di Graz. «Tra poco arrivano tempi migliori e avremo di nuovo la nostra patria». Un attore dall’aspetto vagamente orientale è stato spintonato e buttato a terra da un passante anziano, ed è finito sui binari del tram. Nessuno lo ha aiutato o gli ha restituito il cellulare che era caduto lontano . Il teatro ha appeso un grande striscione sulla facciata denunciando con forte preoccupazione le aggressioni xenofobe verso la propria compagnia .

Siamo andati al comizio conclusivo della Fpoe nel Festsaal della vecchia borsa di Vienna, ambiente sfarzoso già in pieno stile presidenziale. Toni più morbidi che mai del leader H.C. Strache che punta a tranquillizzare sull’affidabilità europea di un eventuale presidente Hofer, negando qualunque intenzione di Oexit. In realtà sull’argomento la Fpoe ogni giorno cambia bandiera e comunque ha già presentato in parlamento una richiesta di referendum in tal senso. Strache ha esaltato Hofer paragonandolo addirittura a Bruno Kreisky, nel ruolo di costruttore di ponti tra ovest e est, in difesa della tradizionale neutralità austriaca e altrettanto dotato di grande competenza sociale.

ALTRO TEMA CALDO è la difesa dei confini. «Accettiamo i rifugiati veri, chi è perseguito davvero (già morto, dunque, verrebbe da dire, ndr) come previsto dalla Convenzione di Ginevra, ma solo a tempo – dice la Fpoe -. Quando i motivi di persecuzione non sussistono più devono andare via per ricostruire il loro paese». «Domenica segnerà uno scatto nel paese, usciremo finalmente dall’immobilismo creato dal blocco dominante» promette il successore di Joerg Haider. Dopo Strache, atocca a Hofer parlare. Viene avanti sostenendosi con un bastone «da paraplegico. Dopo l’incidente ce l’ha fatta a risorgere» dice Strache. E poi le promesse: più servizi sociali, meno tasse, «sarà un presidente al servizio dei cittadini». Una miscela ben congegnata che potrebbe risultare vincente.

DAL CANTO SUO l’ex capogruppo dei Verdi ha passato l’estate girando le campagne in lungo e in largo e scalando montagne per conquistare consensi nelle zone dove è stato più debole. Aveva vinto invece in tutte le città più grandi. Van der Bellen ha cercato anche di presentarsi come un uomo dell’Heimat, la patria, nella speranza di strappare l’argomento alla destra. Intorno a lui si sono formati molti comitati spontanei che hanno riunito artisti, scrittori, intellettuali, tutti a favore dell’ex professore universitario di economia. Così la centrale sindacale dell’Oegb e all’ultimo anche il presidente di confindustria austriaca. Da dopo la clamorosa esclusione del proprio candidato al primo turno, lo sostiene il partito socialdemocratico (Spoe) dal cancelliere Christian Kern in giù.

Così molti ex politici del partito popolare (Oevp) al contrario di quelli in carica. Solo recentemente il vice cancelliere capo della Oevp Reinhold Mitterlehner si è dichiarato a favore di Van der Bellen , subito contraddetto dal capogruppo parlamentare Reinhold Lopatka che voterà per Hofer, facendo scoppiare lo scontro in atto da tempo tra i popolari. Il fronte di sostenitori fatto di politici di primo piano favorirà o nuocerà Van del Bellen, visto il sentimento anti-casta largamente diffuso anche in Austria? L’ex capogruppo dei Verdi, un partito sempre all’opposizione del governo nazionale, paradossalmente è finito con l’apparire come un rappresentante dell’establishment e delle elites lontane dai cittadini. E pensare che era sceso in campo un anno fa come assoluto outsider.

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