by Gabriele Annicchiarico, il manifesto | 30 Ottobre 2016 9:22
È in programma per oggi (domenica 30 ottobre) il summit fra l’Unione europea ed il Canada per la firma del Ceta, il trattato di libero scambio che interesserà circa mezzo miliardo di cittadini. La delegazione canadese, guidata dal primo ministro Justin Trudeau (al governo con una coalizione di centro-sinistra) e i rappresentati dell’Unione europea, Donald Tuck per il Consiglio e Jean-Claude Juncker per la Commissione, si riuniranno oggi a Bruxelles per la firma di un trattato che sancirà la creazione di un mercato unico fra i 28 paesi dell’Unione europea ed il Canada. Un accordo che arriva dopo una settimana di intense trattative per la ferma opposizione di Paul Magnette, ministro-presidente della regione Vallonia (una delle tre regioni federali del Belgio), il quale aveva (inizialmente) posto il proprio veto alla firma del Belgio. Un No che ha rischiato di far saltare il banco e che ha fatto infuriare molti governi, molti alti rappresentanti delle istituzioni europee e allarmato molti dirigenti di importanti multinazionali nord-americane. In particolare per le conseguenze che questa opposizione avrebbe potuto avere sull’altro trattato, tutt’ora in fase di negoziazione fra Unione europea e Stati uniti, che va sotto il nome di Ttip.
Il punto di svolta arriva giovedì, quando oramai era giunta la notizia del rinvio del summit Ue-Canada per la ratifica del trattato (in agenda il giorno stesso), con la redazione di un documento frutto d’intense trattative fra governo belga ed entità federali (regione Vallonia in testa) che permetta al Belgio di firmare il trattato.
Non si tratta di modifiche del testo base che resta intatto, ma dell’elaborazione di un documento interpretativo che chiede alla Corte di giustizia europea di esprimersi sulla legittimità dei Tribunali d’arbitraggio (che dovranno arbitrare le diatribe fra Stati e multinazionali) e alcune restrizioni in campo agricolo. Un documento la cui valenza giuridica desta molte perplessità, soprattuto negli ambienti politici, sindacali e del mondo associazionista che vedono nell’accordo Ue-Canada una minaccia per i diritti sociali, per le norme di tutela ambientale e per la sovranità degli Stati democraticamente eletti.
La firma del Ceta in programma oggi al summit Ue-Canada potrebbe avere applicazione immediata, secondo un meccanismo che prevede l’entrata in vigore provvisoria del trattato per una periodo di (massimo) tre anni, in attesa che diventi definitiva con l’adesione formale di tutti i 28 paesi che compongono la Comunità economica europea.
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