Sciopero generale e corteo No Renzi Day in piazza a Roma
Piazza San Giovanni sarà dedicata a Abd Elsalam, il lavoratore egiziano e sindacalista Usb ucciso da un tir a Piacenza
Trasformare il «No» al referendum costituzionale del 4 dicembre in un «No sociale» contro le politiche del governo Renzi sul lavoro, la scuola e le grandi opere. Domani è il giorno dello sciopero generale convocato dai sindacati di base nella pubblica amministrazione e nei trasporti locali, nella sanità, nella logistica. Sabato a Roma, alle 14, partirà il corteo del «No Renzi Day» da Piazza San Giovanni.
Piazza San Giovanni dedicata a Abd Elsalam
In questa occasione la storica piazza delle manifestazioni della sinistra sarà ribattezzata alla memoria di Abd Elsalam, il lavoratore egiziano e sindacalista di base dell’Usb ucciso a Piacenza nel corso di un presidio sindacale il 14 settembre scorso. Da venerdì a sabato ci sarà un’«acampada» durante la quale si svolgeranno dibattiti sul referendum e il Jobs Act. Alla sera di venerdì è previsto un concerto con la Banda Bassotti e gli Assalti Frontali. Molto articolata si presenta la giornata dello sciopero generale con manifestazioni e sit-in davanti alle prefetture da Milano a Catania. Annunciato per venerdì alle 10 anche un presidio di Unicobas al ministero dell’Istruzione in Viale Trastevere a Roma contro la “Buona scuola”. Sempre venerdì, alle 11, ci sarà una manifestazione al Ministero dell’Economia di Via XX Settembre.
Le forze in campo
Ampio l’arco di forze sindacali, politiche e sociali che hanno convocato la mobilitazione: c’è il mondo dei sindacati di base, a cominciare dall’Unione Sindacale di Base (Usb). Alla piattaforma per l’occupazione, la democrazia sindacale, il rinnovo del contratto dei lavoratori pubblici e contro le politiche di Renzi e dell’Ue, la legge Bossi-Fini hanno aderito Unicobas, Usi e Cub trasporti del Lazio. In un comunicato Si Cobas e Adl Cobas auspicano la ricomposizione delle vertenze sociali e sindacali nei territori e nella logistica invitano alla mobilitazione facchini, drivers e autisti. Al «No Renzi Day» hanno aderito tra gli altri alcuni comitati per il «No» al referendum, il Movimento No Tav della Val di Susa e il Forum italiano dei movimenti per l’Acqua, Attac Italia, Sinistra No Euro, gli avvocati di M.g.a. Ci saranno Rifondazione Comunista e L’Altra Europa, il partito comunista italiano, Sinistra per Roma, la Rete dei Comunisti. L’appello di convocazione della manifestazione è stato firmato anche dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Tra le numerose iniziative da segnalare la campagna contro i voucher lanciata dalle Camere del lavoro precario e autonomo di Roma, Padova e Napoli.
Un “No sociale”
Due sono le novità di questa due giorni di mobilitazione: i sindacati di base scioperano e scendono insieme in piazza; con loro ci sarà una parte della sinistra politica. La mobilitazione intende affermare – con numeri che gli organizzatori si aspettano alti – che il «No» al referendum «non è solo materia per costituzionalisti ma è l’espressione dell’opposizione alle politiche renziane» sostiene Giorgio Cremaschi. C’è anche il nodo dei rapporti critici con i sindacati confederali, a cominciare dalla Cgil che ha approvato un documento per il «No», preferendo non aderire a nessun comitato, né organizzare manifestazioni sul tema. «Trovo una follia avere firmato un protocollo sulle pensioni che contiene una misura come l’Ape, la pensione con il mutuo – aggiunge Cremaschi – probabilmente non aderirà nessuno, per fortuna». «In altri tempi – sostiene Fabrizio Tomaselli, esecutivo Usb – avrebbero fatto fuoco e fiamme contro una legge di bilancio che regala 20 miliardi su 27 ad aziende e banche. Per noi lo sciopero sindacale è immediatamente politico. Il “No sociale” sarà la novità dell’autunno».
Il prossimo appuntamento in agenda dovrebbe essere quello del 27 novembre quando a Roma sarà convocata un’altra manifestazione nazionale. Nel mezzo è stata annunciata una «mobilitazione popolare e diffusa» contro il «Renzi Day» del 29 ottobre, quando è prevista a Roma una manifestazione per il «Sì» al referendum.
Per i promotori del coordinamento la prospettiva del «No sociale» è sconfiggere Renzi e chiudere l’esperienza del suo governo, indipendentemente da quello che accadrà dopo: governi tecnici, di unità nazionale. Sempre che Renzi si dimetta dopo l’eventuale sconfitta. «Uno schieramento così ampio a difesa della Costituzione è un fatto positivo. Lo sarà ancora di più il fatto che il popolo tornerà ad esprimersi. La vittoria del No – sostiene il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero – sarà un ceffone a tutti i poteri forti che stanno appoggiando Renzi: da Obama a Jp Morgan». Per Roberto Musacchio (Altra Europa) «il No sarà una risposta all’impegno del partito socialista europeo che fa campagna per il Sì».
Ricorso contro la Rai
Usb, Unicobas e Usi hanno fatto ricorso all’Agcom, al Garante degli scioperi e alla Vigilanza Rai contro la «cappa di silenzio» che ha cancellato lo sciopero generale dall’informazione pubblica, in contrasto con le leggi che obbligano la Rai a darne notizia almeno cinque giorni prima. A causa dell’adesione di Usb Lavoro privato allo sciopero la Rai si è limitata a comunicare che potrebbero esserci modifiche alla normale programmazione.
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