Al Qaeda, terrorista in Occidente “liberatrice” ad Aleppo
Aleppo, teatro della madre di tutte le battaglie tra le truppe governative e la galassia di gruppi jihadisti e islamisti radicali, occupa le prime pagine dei giornali di mezzo mondo. Si lavora a una tregua che metta fine ai bombardamenti dell’una e dell’altra parte sui civili che provocano i risultati drammaticamente evidenti nell’immagine del piccolo Omran Daqneesh estratto, per fortuna ancora vivo, dalle macerie di un edificio. Mentre l’attenzione si concentra sulla situazione umanitaria, la violenza dei combattimenti e i tavoli della diplomazia, poco o nulla si racconta della situazione politica e militare all’interno della zona Est di Aleppo. In questa parte della martoriata città siriana non ci sono soltanto 200-300mila civili intrappolati. Nelle strade della Aleppo sotto il controllo dei “ribelli” dettano legge i miliziani di Jabhat Fatah a-Sham (Fronte della Conquista del Levante), organizzazione che fino al mese scorso era nota come Jabhat al Nusra e che ha annunciato l’uscita da al Qaeda. In realtà continua ad essere pienamente affiliata al gruppo legato al nome di Osama bin Laden. Dopo aver guidato con successo l’offensiva che all’inizio del mese ha portato alla rottura dell’assedio governativo e all’occupazione del complesso militare di Ramouseh, Jabhat Fatah a-Sham ha raccolto l’entusiastico sostegno di tanti dei siriani che vivono nella zona Est di Aleppo. I suoi combattenti sono considerati degli eroi.
Il formidabile attacco che ha costretto le truppe dell’esercito siriano e le milizie alleate a ripiegare, è stato compiuto da migliaia di uomini appartenenti a due schieramenti: Fatah Halab (Conquista di Aleppo) che riunisce gruppi di orientamento salafita tra cui Jaysh al Islam (sponsorizzato dall’Arabia saudita) e formazioni più marginali riconducibili al cosiddetto Esercito siriano libero (Esl) appoggiato dall’Occidente;e Jaysh al Fatah (L’esercito della Conquista) che include Jabhat Fatah a-Sham, Ahrar a-Sham (finanziato da Turchia e Qatar) e varie formazioni minori. Due schieramenti alleati (e allo stesso tempo anche rivali) nella lotta contro l’esercito governativo. Entrambi combattono per riportare sotto il controllo sunnita la Siria dopo i decenni al potere degli alawiti (sciiti) rappresentati dalla famiglia Assad, alleata di ferro dell’Iran sciita. Ai qaedisti di Jabhat Fatah a-Sham, ai salafiti di Ahrar a-Sham e agli altri gruppi islamisti radicali protagonisti nella guerra civile siriana non interessa portare «la democrazia a Damasco» e abbattere «la dittatura di Bashar Assad». E neppure il rispetto dei diritti umani e della libertà politica. Il loro obiettivo finale è instaurare in Siria un regime sunnita, tassello fondamentale della rifondazione nella regione del Califfato. Un fine uguale a quello dell’Isis al quale l’Occidente ha dichiarato guerra.
Jabhat Fatah a Sham, quindi al Qaeda, è riuscito ad usare la battaglia di Aleppo per guadagnare nuovi e più numerosi consensi e porsi alla guida, di fatto, dello schieramento anti-Assad. Proprio come è avvenuto nella provincia di Idlib che ha conquistato un anno fa. «Tra qualche attivista dell’opposizione c’è preoccupazione per il futuro della città sotto il controllo di organizzazioni jihadiste», ha scritto Haid Haid, un ricercatore siriano che collabora con il sito d’informazione Now Lebanon e la Heinrich Boell Foundation. Tuttavia, ha aggiunto, «la maggioranza delle persone di Aleppo tifa per i gruppi che cercano di rompere l’assedio (dei governativi), poco importa la loro ideologia». Il ricercatore ha riportato le dichiarazioni di abitante, Hani Naiem: «Siamo grati ad al-Nusra (Jabhat Fatah a-Sham) e al resto dei gruppi (combattenti)». Altri attivisti di Aleppo, citati sempre da Haid Haid, hanno confermato che il sostegno per il gruppo legato ad al Qaeda è aumentato in modo considerevole. «È comune sentire gente che parla apertamente del coraggio di al Nusra…Molte persone affermano di volersi unire al gruppo per liberare il resto della città», ha riferito Mohammed al Hassan, un altro residente nella zona est di Aleppo.
Jabhat Fatah a-Sham non è soltanto diventato il gruppo più popolare nella comunità locale. E’ anche il meglio armato. Si è impadronito, secondo quanto riferiscono fonti di Fatah Halab, di gran parte delle armi e dei pezzi d’artiglieria trovati all’intero dei depositi nel complesso di Ramouseh strappato ai governativi. Ben armato e forte dell’operazione di maquillage del mese scorso, Jabhat Fatah a-Sham mira a presentarsi all’esterno come la formazione armata più credibile nella battaglia di Aleppo (e non solo) contro la Russia e Assad. E ha buone possibilità di arrivare al suo obiettivo. Perchè per la scellerata politica estera occidentale in Medio Oriente, al Qaeda è allo stesso tempo un gruppo terroristico in Europa e parte di un “movimento di liberazione” in Siria.
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