Abusi e lavori mai partiti l’ospedale di Amatrice era già nel mirino dei pm

Abusi e lavori mai partiti l’ospedale di Amatrice era già nel mirino dei pm

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RIETI. Le macerie parlano. Le rovine di Amatrice e Accumoli raccontano al mondo di che pasta erano fatti gli edifici pubblici e le case di due comuni italiani in “zona 1”, l’area di massima allerta sismica sulle mappe dei geologi. Sono testimoni involontarie del rischio corso per anni dai bambini della scuola Capranica, dai dipendenti del municipio venuto giù, dai pazienti del “Francesco Grifoni”, l’ospedale alle porte di Amatrice che da sette anni è un pericolo pubblico per i cittadini. Dal 2009 si aspetta l’adeguamento sismico ritenuto, dopo il terremoto dell’Aquila, «urgentissimo e indifferibile». I soldi c’erano anche, ma l’opera è finita nel pozzo di una vicenda burocratica intrecciata con presunti abusi e favoritismi della Asl di Rieti. Da qui, dall’ospedale mai aggiustato e già sotto inchiesta, partirà il lavoro dei magistrati della procura di Rieti, appena si concluderà la sistemazione di tutte le salme.

IL PERICOLO IGNORATO

Torniamo molto indietro, al 2008. Quell’anno la Regione Lazio stanzia un bel po’ di milioni, circa 12, per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei piccoli presidi sanitari. La Asl di Rieti sa bene quanto il Grifoni abbia bisogno di una sistemata, e prepara un progetto esecutivo da 1,5 milioni di euro per adeguarlo almeno alle norme antincendio e rifare gli ascensori. È approvato, ma il 6 aprile 2009 il terremoto dell’Aquila cambia le carte in tavola. L’ospedale di Amatrice non è crollato, ma si è danneggiato. Viene subito disposta la verifica di stabilità, che sentenzia: «C’è la necessità e l’urgenza di mettere in sicurezza l’immobile». Non è soltanto pericoloso per i pazienti e i medici che lo frequentano. Dopo il sisma dell’Aquila per la Protezione civile è diventato strategico, perché c’è bisogno di un posto sul versante reatino dove portare feriti in caso di un’altra violenta scossa. Siamo nel giugno 2009, è bene ripeterlo. Perché da questa data, nonostante l’allarme, nessuno farà più niente per migliorarne la solidità.

LA MINACCIA DI SECESSIONE

Eppure negli uffici istituzionali tra Roma e Rieti le cose si muovono, i progetti vanno avanti. Su spinta della Protezione Civile, la Regione Lazio nel 2010 finanzia l’adeguamento sismico dell’ospedale con 2,1 milioni di euro. La Asl di Rieti decide di accorpare l’intervento «urgente» a quello per le misure antincendio, e ne viene fuori un lavoro di ristrutturazione globale da 7,1 milioni. I soldi ci sono, perché vengono pescati anche da un fondo nazionale. La Regione Lazio fa il bando di gara, e se lo aggiudica un’associazione temporanea di imprese guidata dalla capofila Ccc, Consorzio Cooperative Costruzioni, un colosso del settore dell’edilizia. Ci sono tutte le condizioni per partire, per rendere finalmente quella struttura sanitaria un luogo sicuro. Ma ecco l’intoppo: la Regione Lazio decide di riprendersi i 2,1 milioni necessari. Un definanziamento che potrebbe diventare oggetto di approfondimento dei pm di Rieti.

Succede infatti che tra il 2012 e il 2014 il Grifoni è teatro di un braccio di ferro tra il sindaco Sergio Pirozzi e la giunta regionale. A Roma c’è chi ritiene che debba essere declassificato e chiuso, che non serva un mini ospedale di appena 15 posti letto così lontano da Rieti e che, dunque, sia meglio riconvertirlo. Pirozzi non la prende bene, si scalda, minaccia pubblicamente «la secessione dal Lazio». Il risultato di tutto questo lo riassume Aldo Cella, l’ingegnere della Asl H di Roma che era stato scelto come collaudatore dell’opera post-ristrutturazione antisismica. «Sarebbe dovuto essere un incarico in convenzione, ma non si è mai perfezionato », spiega Cella a Repubblica. «Il mio direttore generale aveva dato l’ok, ma poi tutto si è fermato. Altro non so».

IL DIRETTORE INDAGATO

Qui la storia si complica ancora di più. Perché a gestire tutta la pratica dei lavori per l’ospedale di Amatrice è l’ingegnere Marcello Fiorenza, il direttore dell’ufficio tecnico patrimoniale della Asl reatina. Da un anno è indagato per abuso di ufficio in un’indagine della procura di Rieti condotta dal Nucleo Tributario, con l’accusa di aver favorito tre aziende amiche in alcune commesse pubbliche nel settore della sanità. Una delle ditte sotto inchiesta ha lavorato anche al Grifoni nella manutenzione degli impianti elettrici. Naturalmente i guai giudiziari di Fiorenza non facilitano il ripristino dei 2,1 milioni. L’adeguamento antisismico dell’ospedale, dunque, non si è mai fatto. Però il sindaco Pirozzi vince la sua battaglia e dalla Asl di Rieti — è storia di un anno fa — nella struttura che era urgentissimo mettere in sicurezza si inaugura la nuova unità di “Osservazione breve intensiva” del pronto soccorso. Due posti letto in più per i pazienti che non hanno bisogno di un ricovero immediato. Due posti letto, come gli altri, ora inservibili.

LA GEOLOCALIZZAZIONE

Tutta la documentazione relativa all’ospedale sarà acquisita dal pool di quattro magistrati guidati dal procuratore di Rieti Giuseppe Saieva. La sua non è l’unica inchiesta in corso. Anche Ascoli si è messa a lavoro sugli edifici killer e sulla caserma dei carabinieri ad Arquata, semicrollata. I vigili del fuoco stanno preparando le prime relazioni sullo stato dei paesi del cratere colpiti. Per individuare con certezza la posizione delle salme al momento della scossa della notte del 24 agosto sarà utilizzato per la prima volta in Italia un sistema di geolocalizzazione tramite rilevatore Gps, per sapere con certezza quali solai in cemento e quali fragili mura di sassi e sabbia hanno ucciso. Le macerie parlano.

 

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