Ragazzo afroamericano ucciso dalla polizia Milwaukee sotto assedio

Ragazzo afroamericano ucciso dalla polizia Milwaukee sotto assedio

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Dopo Ferguson, Baltimora, New York, un’altra città americana cade nella spirale della violenza a sfondo razziale. Il copione? Sempre lo stesso. E inquietante: la polizia uccide con disinvoltura dei giovani emarginati e le comunità afro-americane insorgono, mettendo in luce le contraddizioni degli Stati Uniti di Barack Obama. Questa volta è successo a Milwaukee: da sabato sera la più grande città del Wisconsin, 600mila abitanti, una delle capitali della birra, è al centro di proteste, sfociate in roghi, assalti ai negozi e pattugliamenti delle strade. E su richiesta dello sceriffo della contea, il governatore repubblicano dello stato, Scott Walker, ha mobilitato ieri la Guardia nazionale per reprimere le proteste.

Tutto è cominciato l’altro ieri alle 15 e 30 a Sherman Park, uno dei quartieri più poveri, e a maggioranza nera, dell’area di Milwaukee. La polizia si è messa all’inseguimento, prima in auto poi a piedi, di un uomo che non si era fermato a un posto di blocco. Era armato: gli agenti gli hanno intimato di buttare in terra la pistola (risultata poi rubata in una armeria). Lui non l’ha fatto, e un agente di 24 anni (anche lui afroamericano e che indossava un giubbotto antiproiettile) non ci ha pensato due volte, sparando due colpi, uno al braccio, l’altro mortale al petto. La vittima aveva 23 anni e già diversi precedenti penali.
La notizia ha fatto subito il giro del quartiere. E la comunità di Sherman Park è scesa per le strade, ripetendo le accuse rese celebri dal movimento “Black lives matter”: la polizia agisce in modo brutale e si accanisce contro i giovani afro-americani. «Questo è un grido di allarme: i neri di Milwaukee sono stufi di vivere sotto l’oppressione», ha spiegato il consigliere comunale Khalif Rainey. Due anni fa, del resto, sempre a Milwaukee, gli agenti avevano un ucciso un altro afro-americano disarmato, Dontre Hamilton. Nel 2014 le proteste erano state pacifiche: questa volta no. Dopo gli urli e i cortei, la rabbia di alcuni giovani afroamericani è sfociata ieri nella violenza. Hanno appiccato il fuoco a una stazione di benzina lungo Sherman boulevard, seminando il panico nella zona. Anche perché i vigili del fuoco non potevano mettersi subito al lavoro perché intimoriti dagli spari che si sentivano nell’aria. Incendi dolosi hanno anche distrutto filiali di banche, negozi di bellezza e autoricambi, così come uno spaccio di liquori, probabilmente svaligiato prima che la miccia venisse accesa. Le forze dell’ordine sono riuscite a ristabilire la calma solo a tarda notte, verso le tre e trenta. E solo allora è stato possibile avviare le indagini e fare i primi bilanci degli arrestati e dei feriti: tra cui un poliziotto colpito da un mattone che ha sfondato il vetro dell’auto di servizio.
Ieri mattina la situazione appariva sotto controllo, anche se molti temevano una ripresa delle manifestazioni in serata. Il sindaco Tom Barrett, nella speranza di calmare gli animi, ha incontrato varie comunità.
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