by Luca Fazio, il manifesto | 6 Agosto 2016 9:59
I “negazionisti” sono sempre più a corto di argomenti e la comunità scientifica internazionale, dati alla mano, continua a lanciare l’allarme: il clima sta cambiando, qui e ora. Temperature record, scioglimento dei ghiacciai, fenomeni meteorologici sempre più intensi. La novità è che sta cambiando molto più velocemente di quanto i climatologi avevano previsto. Lo dice il rapporto State of the Climate in 2015 pubblicato dall’American Meteorological Society e curato dal National Centers for Environmental Information (Noaa). È uno studio che si basa sul contributo di 450 scienziati di 62 paesi che hanno fornito decine di migliaia di misurazioni provenienti da database indipendenti.Intanto, il 2015 ha superato il 2014 come anno più caldo della storia da almeno centocinquanta anni a questa parte.
Secondo il Noaa, questo caldo record è dovuto al riscaldamento globale combinato con l’influenza di El Niño. Diversi indicatori in crescita hanno confermato che di anno in anno il pianeta sta diventando sempre più caldo: la temperatura della terra stessa e degli oceani, il livello del mare e i gas serra. Le concentrazioni di biossido di carbonio (CO2), metano e protossido di azoto hanno toccato punte record: il valore medio della CO2 monitorato alle Hawaii per la prima volta ha superato le 400 parti per milione, il picco più alto in quasi sessanta anni di misurazioni.
La temperatura superficiale globale ha fatto registrare un caldo intenso per il secondo anno consecutivo, superando di 0,1 gradi quella registrata nel 2014. Anche l’acqua del mare non è mai stata così calda proprio a causa del continuo accumulo di energia termica nello strato superiore delle acque. Inoltre il livello delle acque ha raggiunto il suo massimo, con 70 millimetri di pioggia in più rispetto alla media registrata nel 1993. Mediamente, secondo il rapporto, il livello delle acque sale di circa 3,3 millimetri all’anno, con una crescita più rapida in alcune aree del Pacifico e dell’Oceano Indiano. Le precipitazioni più consistenti hanno provocato inondazioni in diverse aree del pianeta mentre altre zone sono flagellate dal fenomeno opposto: la siccità grave, tra il 2014 e il 2015, è aumentata dall’8 al 14%.
Il cambiamento climatico, sottolinea il Noaa, è responsabile di altri eventi che stanno a mettendo a dura prova la tenuta dell’ecosistema. L’Artico continua a scaldarsi provocando la diminuzione dello spessore del ghiaccio e la conseguente estensione del ghiaccio marino. La copertura di ghiaccio e neve è in continua diminuzione: il 2015 è stato il 36esimo anno consecutivo in cui si è verificato il ritiro dei ghiacciai nei complessi alpini di tutto il mondo. E ancora: in alcune zone del Pacifico nordorientale stanno fiorendo diffusamente alghe nocive.
Quanto agli eventi climatici misurabili empiricamente anche senza essere scienziati, l’anno scorso è stato infranto anche il record di cicloni tropicali: sono stati 101, molto al di sopra della media di 82 tempeste registrata nel trentennio 1981-2010.
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