“Spagna e Portogallo, zero sanzioni”
BRUXELLES La Commissione europea ha attivato ieri per la prima volta il braccio punitivo del Patto di Stabilità, decretando che Spagna e Portogallo «non hanno fatto sforzi sufficienti» nel 2014 e nel 2015 per risanare i propri conti pubblici. Ma il vicepresidente Dombrovskis e il commissario Moscovici, che sono i responsabili per le politiche di bilancio, nel presentare la decisione hanno esplicitamente sposato una linea morbida, spiegando che il responso finale tocca al consiglio Ecofin e che comunque le sanzioni contro i due Paesi potrebbero «essere ridotte a zero».
Spagna e Portogallo sono da anni sotto procedura di infrazione per il mancato rispetto dei parametri sul deficit pubblico. Nel 2013, la Commissione e l’Ecofin hanno inviato loro raccomandazioni specifiche sul percorso di risanamento che avrebbero dovuto rispettare. Nessuno dei due Paesi ha raggiunto gli obiettivi. Nel periodo 2013-2015, la Spagna ha apportato correzioni strutturali al proprio bilancio pari allo 0,6% del Pil contro un taglio raccomandato del 2,7%. Il Portogallo, che avrebbe dovuto correggere del 2,5%, lo ha fatto solo per l’1,1.
Dopo due anni continuativi di mancato rispetto delle raccomandazioni, la Commissione è tenuta a presentare un rapporto al Consiglio contro il Paese che si trova già sotto procedura. Se martedì i ministri confermeranno il giudizio di Bruxelles, la Commissione entro venti giorni dovrà proporre una serie di sanzioni «punitive» che prevedono una multa (fino allo 0,2% del Pil) e la sospensione di alcuni dei finanziamenti europei per i fondi regionali e strutturali. Toccherà infine al Consiglio approvare e rendere operativa la sanzione.
Il passo deciso ieri dalla Commissione rientra dunque in un percorso obbligato. Ma è chiaro che penalizzare un Paese già in crisi e con i bilanci in passivo rischia di rivelarsi controproducente. «Le regole del patto di stabilità e crescita non sono necessariamente punitive e permettono di avere un approccio più sfumato », ha spiegato il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici. E il vicepresidente Dombrovskis, comunemente considerato un “falco”, ha aggiunto che «le sanzioni devono tenere conto che siamo nel dopo crisi economica e degli sforzi apprezzabili già compiuti dai due Paesi».
Ieri Bruxelles ha specificato che, per quanto riguarda la multa, «la Commissione può raccomandare che il Consiglio la riduca o la cancelli del tutto sulla base di circostanze economiche eccezionali ». Alla prossima riunione Ecofin Moscovici presenterà nuove raccomandazioni per Spagna e Portogallo. Resta comunque ancora in sospeso il caso della Francia, che da anni si trova sotto procedura di infrazione e chiede continui rinvii, ma che per il momento è riuscita ad evitare l’avvio della fase punitiva.
Related Articles
Uruguay: dal Senato, via libera all’aborto
L’Uruguay potrebbe diventare il primo paese dell’America latina, dopo Cuba, a consentire l’interruzione di gravidanza senza restrizioni. Un primo passo in questa direzione è stata l’approvazione, ieri, al Senato, di un testo che rende legale l’aborto fino a 12 settimane di gravidanza.
Migranti. L’Austria invia l’esercito al Brennero
Nonostante gli arrivi dei migranti siano al minimo degli ultimi tre anni. Gentiloni risponde a Juncker: «Pronti ad accogliere le proposte Ue per fermare i flussi»
L’altra Colombia
« Imovimenti sociali appoggiano con forza i negoziati di pace in Colombia», dice al manifesto Dolly Lopez. Insieme a Francisco Tolosa, come lei rappresentante all’estero del Consiglio patriottico nazionale, organo direttivo della Marcia patriottica, Lopez è venuta in Italia per un giro di contatti con movimenti e sindacati, su invito di Nueva Colombia: dalla Rete dei comunisti, alla Fiom, dalle lunga, anche una parte della borghesia sembra aver capito che questo clima non le conviene. Tantopiù che, al contrario di quel che sostiene la propaganda governativa, la guerriglia è tutt’altro che sconfitta.