La Nato resta in Afghanistan

by Giuseppe Sedia, il manifesto | 10 Luglio 2016 16:26

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VARSAVIA  Un soggiorno più breve del previsto sul vecchio continente per il presidente Usa Barack Obama che rientrerà a Washington domani dopo una breve tappa in Spagna. La sparatoria di Dallas non ha comunque stravolto l’agenda della Casa Bianca al vertice Nato a Varsavia. Espressioni di condoglianza sono arrivate da tutti i leader politici presenti. Forse anche per questo, i capi di Stato hanno assistito con un sorriso appena accennato all’esibizione aerea di F-16 e MiG-29 organizzata nella prima giornata dai padroni di casa.

L’impegno dell’Alleanza atlantica a Kabul è stato uno dei temi caldi della seconda parte del summit. Nella giornata clou del meeting il numero uno della Nato, Jens Stoltenberg, ha confermato l’impegno dell’Alleanza nell’Operazione Sostegno Risoluto fino al 2020. Una missione da un miliardo di dollari l’anno che proseguirà nei compiti di formazione dell’esercito afghano e delle altre forze di sicurezze nazionali.

Sempre sul tema Afghanistan, nella mattinata di ieri, 200 persone di etnia Hazara si sono radunate nei dintorni dello Stadio nazionale di Varsavia dove era in corso il vertice. Il World Hazara Council (Whc) era giunto in Polonia per consegnare nelle mani di Stoltenberg una petizione per sensibilizzare i vertici dell’Alleanza sulla discriminazione di cui gli Hazara sono vittime con la complicità del governo di Kabul. «Il governo di Ashraf Ghani continua a ignorare le nostre richieste. Gli Hazara sono sempre più isolati. La nostra regione è tagliata da fuori da ogni iniziativa di modernizzazione delle infrastrutture nel nostro paese», ha denunciato il presidente del Whc Tahir Shaaran.

Dall’altro lato della Vistola, sempre nella capitale polacca, i partecipanti del controvertice organizzato dal network internazionale “No War” hanno sfilato pacificamente nelle strade del centro per protestare contro la costruzione di un’unità militare del sistema di difesa missilistica Aegis, a Redzikowo in Polonia, e contro l’aumento sistematico delle spese militari negli stati membri, incoraggiato dall’Alleanza atlantica. La protesta è stata trasmessa in diretta dal canale televisivo russo Rt.

Non si sono registrati incidenti nella giornata di ieri. Anche il Comitato in difesa della democrazia (Kod), un movimento civico “anti-orbanizacja”, guidato dal blogger ed informatico Mateusz Kijowski, ha organizzato un meeting nel centro di Varsavia. Un’iniziativa all’insegna di uno spirito ben diverso. «Restiamo comunque a favore delle decisioni che saranno prese dall’Alleanza atlantica per aumentare la sicurezza nel nostro paese», ha ribadito la dirigenza del Kod.

Due giorni fa era stato confermato il dispiegamento di quattro battaglioni Nato di almeno 10.000 soldati che si alterneranno a rotazione in Polonia e nelle tre Repubbliche baltiche. Ma la “spinta a Est” dell’Alleanza sembra destinata a seguire anche una direttrice meridionale con Bucarest che ha ottenuto una risposta dopo aver bussato alla porta dell’Alleanza atlantica. Stoltenberg ha infatti confermato la creazione di una brigata multinazionale a maggioranza romena, composta da un massimo di 5.000 soldati, di cui almeno un migliaio forniti a rotazione dagli altri paesi membri.

Ma la Romania chiede di più: «Restiamo in attesa di ricevere delle proposte per delineare un modello di collaborazione navale ed aerea con le forze dell’Alleanza», ha dichiarato il presidente romeno Klaus Iohannis. Intanto, il ministro della Difesa polacco, Antoni Macierewicz, anfitrione del summit, ha confermato che la flotta aerea polacca parteciperà all’iniziativa Air Policing per il pattugliamento degli spazi aerei bulgari e turchi. Inoltre, Bucarest e Varsavia starebbero lavorando a un accordo di cooperazione bilaterale in ambito militare, i cui dettagli restano da definire.
In tarda serata invece Stoltenberg ha incontrato il presidente ucraino Petro Poroshenko. «L’Alleanza ci ha presentato un’offerta unica che va ben oltre le nostre aspettative per una collaborazione a medio termine tra il mio paese e la Nato», ha dichiarato Poroshenko. I due leader hanno infatti annunciato insieme un pacchetto di misure a sostegno del governo di Kiev che sarà accompagnato da un incremento delle operazioni di consulenza Nato in territorio ucraino.

Il vertice di Varsavia ha confermato anche l’impasse sulla crisi del Donbass. «Gli accordi sul cessate il fuoco inclusi nel Protocollo di Minsk continuano ad essere sistematicamente violati dalla Russia», ha ribadito il presidente ucraino. Gli organizzatori del summit hanno annunciato che il prossimo vertice si terrà a Bruxelles nel 2017.

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