Jobs Act, sempre più precari e disoccupati
Lavoro. L’Istat registra in giugno un aumento dei lavoratori autonomi e dei contratti a termine, a scapito degli stabili. In costante calo dopo il taglio degli incentivi. Su la disoccupazione, mentre migliorano i dati sui giovani. Il governo festeggia: «Fatti non parole», twitta il premier Renzi. «I posti in più sono storie, vite». Ma la Cgil è critica: «Cifre insoddisfacenti, serve un piano straordinario». Il calcolo di Adusbef e Federconsumatori: dimezzando il numero di persone in cerca di impiego le famiglie avrebbero 40 miliardi in più da spendere
Dati insoddisfacenti dall’occupazione, ma al governo piacciono, e pure tanto: aumenta il tasso di disoccupazione (ma diminuisce quello giovanile), crescono gli occupati, ma più quelli autonomi e a termine rispetto agli stabili, c’è di buono che si amplia la platea degli «inattivi», il che dimostra, perlomeno, che più persone rispetto al passato si sono convinte a cercare un impiego. Il premier Matteo Renzi e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti festeggiano, spiegando che il Jobs Act continua a dare buoni frutti, ma dai sindacati – in particolare dalla Cgil – arrivano commenti negativi.
Innanzitutto la disoccupazione, che dall’11,5% registrato a maggio è salita, secondo l’Istat, all’11,6% in giugno. I disoccupati sono aumentati di 27 mila unità, ma contemporaneamente si è abbassato il numero degli inattivi (-51 mila unità) mentre gli occupati sono saliti di 71 mila unità. Una dinamica che fa parlare Poletti di «dato paradossalmente positivo» e «straordinario», appunto perché l’impennata della disoccupazione è dovuta al fatto che si è ampliata la platea di chi cerca lavoro.
E gli occupati in più? Sono tutti autonomi, visto che quel saldo positivo a 71 mila è dato dalla differenza dei lavoratori indipendenti in più (78 mila) con i dipendenti (addirittura negativi: – 7 mila. Non era proprio su di loro che doveva giocare il Jobs Act?). Il tasso di occupazione, comunque, grazie a questi numeri, tocca livelli mai visti dal 2009: 57,3%, un punto in più rispetto allo stesso mese del 2015. I nuovi occupati in un anno sono stati 329 mila, gli inattivi sono scesi di 325 mila unità, e i disoccupati di 140 mila.
Da registrare un altro dato negativo: in forza della riduzione degli incentivi alle assunzioni stabili (chi assume dal gennaio scorso ha uno sgravio di soli 3250 euro per anno per neoassunto a fronte degli 8.060 euro del 2015), si è ormai confermata l’inversione di tendenza delle assunzioni: le imprese nell’ultimo trimestre hanno assunto molto di più a termine (60 mila nuovi contratti) rispetto al tutele crescenti (27 mila). Vogliamo immaginare cosa accadrà quando gli incentivi si azzereranno?
Positivo il dato dei giovani, che riescono a prendere una boccata di ossigeno, nonostante i numeri dell’Italia restino pesantissimi, migliori solo rispetto a quelli di Grecia e Spagna: il tasso di disoccupazione dei 15-24enni in giugno è risultato pari al 36,5%, in calo dello 0,3% rispetto a maggio. Una cifra così bassa non si vedeva dal 2012. Più in difficoltà i 25-34enni, che invece vedono aumentare il tasso dello 0,2%.
«Fatti, non parole – twitta il presidente del consiglio Renzi – Da febbraio 2014 a oggi, ISTAT certifica più 599MILA posti di lavoro. Sono storie, vite, persone. Questo è il #jobsact».
Celebra le cifre anche il ministro Poletti : «Il tasso di occupazione – spiega – è al livello massimo dal 2009, mentre il tasso di disoccupazione giovanile, ancora molto elevato, è ai minimi da ottobre 2012. Resta ancora molto da fare per il problema della disoccupazione, ma i dati dell’Istat danno il segno che la direzione è quella giusta e che si sta consolidando la tendenza di miglioramento del mercato del lavoro».
«Il nostro giudizio sull’andamento del mercato del lavoro resta critico – commenta la Cgil – I dati Istat, pur stimando un positivo aumento dell’occupazione a giugno, mettono in evidenza l’inefficacia del Jobs Àct, poiché a crescere non è il lavoro stabile ma quello autonomo, e il tasso di disoccupazione torna nuovamente a salire».
Nel dettaglio, il sindacato guidato da Susanna Camusso spiega come «lo stimato rialzo dell’occupazione su base mensile (+71 mila), dipenda in gran parte dalla crescita del lavoro autonomo (+78 mila), mentre quello dipendente resta sostanzialmente stabile». Il che «dimostra quanto, a fronte dei cospicui incentivi previsti per le assunzioni con le tutele crescenti, le politiche del governo siano inefficaci».
Ma non basta, perché a preoccupare la Cgil è «il nuovo aumento della disoccupazione: +0,1% in giugno»: «È questo il vero nodo da affrontare per dare una vera e strutturale svolta al mercato del lavoro. Occorre finanziare nella prossima legge di stabilità un piano straordinario per l’occupazione femminile e giovanile e sbloccare il turn over nella Pubblica amministrazione».
«Preoccupati» sono anche Federconsumatori e Adusbef: «Il governo deve avviare con urgenza un Piano straordinario per il Lavoro, con investimenti per sviluppo, ricerca, infrastrutture e turismo. Se la disoccupazione tornasse a valori intorno al 6%, la capacità di acquisto delle famiglie aumenterebbe di circa 40 miliardi di euro l’anno».
Related Articles
Armamenti. Allora è possibile. E l’Italia tace
Madrid ferma le armi per Israele. L’Europa è il secondo principale fornitore di armamenti e sistemi militari a Israele, preceduta solo dagli Stati Uniti
Assunzioni subito e frenata sui presidi Scuola, voto di fiducia sulla riforma
Sul maxiemendamento domani decide il Senato. Sì ai 100 mila precari, slitta la chiamata diretta dei prof
Ultimo aumento di capitale (3 miliardi) Così finisce il disastro dei derivati Mps
La scoperta dello scandalo e i sospetti sui bilanci dal 2009 in avanti