by ANNA LOMBARDI, la Repubblica | 25 Luglio 2016 8:32
Hillary, no, proprio non sono disposti a digerirla. E pazienza se il loro idolo Bernie Sanders due settimane fa, ha ceduto incoronando la Clinton come candidata democratica: «Non possiamo più permetterci di essere divisi ». I sandersiani d’acciaio gridano al complotto («le primarie sono state truccate») e non sono disposti a piegarsi. Lo diranno forte e chiaro fin da stamattina, occupando il centro di Philadelphia «perché se ci fossimo accontentati dello spazio lontano da tutto riservato alle contestazioni dalla Convention nessuno avrebbe sentito le nostre voci», dice a Repubblica
Laurie Cestnick, leader di Occupy DNC. Saranno proteste «pacifiche, ma rumorose», promette. Che si susseguiranno per tutta la durata delle Convention, organizzate da un network di sigle chiamato “Our Revolution Continues” il cui scopo, dicono «è restituire il potere alla gente».
Il primo appuntamento è per le 11 del mattino nel parco di Marconi Plaza: qui si riverserà il popolo di Bernie che ancora spera di influenzare la Convention. Sarà l’occasione per contarsi: sulla pagina Facebook del movimento 30 mila persone hanno promesso di esserci. Anche se l’ondata di caldo eccezionale annunciata potrebbe scoraggiarli. «Se il discorso di Sanders non ci soddisferà » spiega Bruce Carter, di Black Man for Bernie «cambieremo bandiera »: sostenendo la candidata verde alla presidenza Jill Stein cui potrebbero unirsi già stasera, raggiungendo in massa il suo comizio delle 21 al FDR Park, vicino alla Convention. Le speranze della Stein sono nulle: ma potrebbe raccogliere i voti degli scontenti, arrecando un potenziale danno a Hillary. L’appuntamento per il divorzio dai democratici è già fissato: il 27 si terrà una “de-registration” di massa dal partito.
Dopo lo scandalo delle mail anti Sanders rivelate da Wikileakes, la tensione è alta anche all’interno della Convention. Sabato il tentativo dei sandersiani di eliminare o limitare il potere dei “superdelegati” per la nomination è stato bocciato, scatenando la protesta: «Vergogna», hanno gridato verso i rivali clintoniani «state uccidendo il partito ». Alla fine un compromesso si è raggiunto: riforma per le prossime elezioni. Ma il popolo di Sanders sa che questa è l’ultima occasione per lasciare un segno: e per poche ore ancora, è intenzionato a farsi sentire.
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