by Angela Mayr, il manifesto | 2 Luglio 2016 9:22
VIENNA Ballotaggio integralmente da rifare, una prima europea poco lusinghiera. Norbert Hofer, il candidato dell’estrema destra alle presidenziali austriache ci aveva puntato appena saputo della sua sconfitta a sorpresa, per 31.000 voti: «Faremo ricorso alla Corte costituzionale» le prime parole verso un’istituzione bersaglio di furiose campagne di odio e fango da parte della Fpoe. La vittoria al ballotaggio del 22 maggio di Alexander Van der Bellen era stata arschknapp («stretta come il culo») come aveva detto con neologismo poco presidenziale il professore ex capogruppo dei Verdi.
Decisivo il voto per posta che ha ribaltato il risultato delle urne usato soprattutto nelle grandi città e dalla popolazione più istruita dove ha vinto nettamente Van der Bellen, (Vienna 70%). «La corte costituzionale rileva espressamente che nessun testimone ha osservato manipolazioni di voto» ha dichiarato il presidente Gerhard Holzinger in diretta televisiva dopo il pronunciamento del verdetto dell’annullamento.
Ma le irregolarità del voto postale sono state soverchianti, riscontrate in 94 seggi elettorali dei 117 denunciati dalla Fpoe. «Le elezioni sono il fondamento della nostra democrazia e il nostro compito è garantirne la regolarità. La sentenza deve rafforzare il nostro stato di diritto» così Holzinger. Il nuovo turno elettorale è previsto è tra fine settembre e inizio ottobre, ancora da decidere. Nell’interim l’agenda del presidente (il mandato di Heinz Fischer scade l’otto luglio) passa ai presidenti della camera, tra cui c’è lo stesso Hofer, quale secondo vicepresidente.
I circa 90 testimoni interrogati, presidenti di seggi, scrutatori e autorità elettorali hanno raccontato di una repubblica delle banane: buste aperte prima, «altrimenti mettevamo troppo tempo», scrutini con commissioni incomplete o allargate a estranei, verbali approssimativi, orari falsi… un disarmante «abbiamo sempre fatto così» dichiarato da un presidente di seggio ai giudici esterrefatti, e da un altro l’ingenua confessione «la legge è troppo complicata per essere seguita alla lettera». Tutte le commissioni avevano attestato la regolarità delle procedure compresi gli scrutatori della Fpoe, loro stessi responsabili delle irregolarità. Hanno ribaltato la loro posizione per la causa, in funzione del ricorso. «Quando le irregolarità non hanno effetto sul risultato del voto non sono motivi di annullamento, ha spiegato la Corte, ma in questo caso non possiamo escludere con certezza che questo effetto non ci sia stato».
Irregolarità anche dei media con exit polls pubblicati prima della chiusura dei seggi, già questo dato da solo sarebbe stato motivo di annullamento, hanno ammonito i giudici. «L’Austria mostra il suo lato più bizarro» commenta invece il saggista austriaco di sinistra Robert Misik su Spiegel on line «nonostante la Corte costituzionale certifichi di non aver riscontrato imbrogli le votazioni vengono annullate per le approssimazioni dovute ad alcuni seggi periferici». Il ministro degli interni Wolfgang Sobotka ha annunciato un pacchetto di nuove misure e l’osservazione delle elezioni da parte dell’ Ocse in Carinzia, Stiria e fuori Vienna.
La Fpoe festeggia un doppio successo: non solo può ancora vincere le elezioni, come commenta il der standard ma ha nuovi argomenti per la sua propaganda: «Noi contro l’establishment: vedete, il sistema rosso nero (socialdemocratici e popolari) è così corrotto che neppure le elezioni funzionano più». La Corte costituzionale composta da giudici nominati da socialdemocratici e popolari si è dimostrata indipendente, tutt’altro che asservita. «La decisione della Corte di ripetere il ballotaggio delle presidenziali non è qualcosa di cui rallegrarsi, ma dimostra che la democrazia e lo stato di diritto funzionano« ha detto il cancelliere austriaco Christian Kern. I partiti di governo, socialdemocratici (Spoe) e popolari (Oevp), non sono coinvolti dal ballottaggio perché non vi erano arrivati, puniti dagli elettori.
La nuova partita contiene però un forte potenziale di precipitazione della crisi politica in atto in Austria, con il paese spaccato a metà e lo stesso governo diviso su tutto. Un presidente della repubblica della Fpoe offrirebbe una sponda a quella parte dei popolari che rema apertamente contro il tentativo di nuovo corso di Kern – che già ha fatto salire il consenso alla Spoe – come il ministro degli esteri Sebastian Kurz che punta ad una nuova alleanza con il partito xenofobo di H.C. Strache che a sua volta nei sondaggi ancora vola.
Christian Kern, cancelliere da un mese, al congresso straordinario della Spoe di una settimana fa consacrato anche formalmente nuovo segretario di partito, ha delineato tra standing ovation ripetute dei delegati i punti salienti di una chiara svolta a sinistra. Un Van der Bellen che si riconferma presidente della repubblica darebbe il senso di un nuovo blocco in formazione per una svolta politica. «Metteremo in piedi un grande vasto movimento civile» ha detto l’ex capogruppo dei Verdi dichiarandosi fiducioso di vincere anche questo terzo round.
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