Zedda: «Uniti (e rigorosi) si vince»

Zedda: «Uniti (e rigorosi) si vince»

Loading

CAGLIARI A Massimo Zedda è riuscito il colpaccio. Frutto politico della stagione pre renziana che portò Pisapia alla guida di Milano e Rossi Doria a quella di Genova, è passato al primo turno con una percentuale del 50,9 per cento. In una città che domenica ha registrato ai seggi un crollo dell’affluenza, passata dal 71,4 per cento del 2011 al 60,2 per cento, Zedda si è imposto nettamente sul candidato del centrodestra, l’ex senatore Pdl Piergiorgio Massidda, che si è fermato al 32,2 per cento.

Cinque anni fa Zedda aveva vinto al secondo turno con il 59,4 per cento. M5S e la sua candidata Maria Antonietta Martinez, unica donna aspirante alla carica di sindaco, arrivano al 9,2 per cento: non sfondano, ma quadruplicano il consenso rispetto a cinque anni fa.

Alla coalizione di liste civiche e verdi guidata dall’ex consigliere di Rifondazione Enrico Lobina (uscito dal suo partito in polemica con la scelta di sostenere il centrosinistra) è andato il 2,2 per cento.

Per quanto riguarda il voto ai partiti, il Pd, con il 20,3 per cento, è il più votato, seguito da Sel (da cui proviene Zedda) con l’8,5 per cento, dal Movimento 5 Stelle con l’8,3 per cento e da Forza Italia (che si era presentata con la lista civica Forza Cagliari) con il 7,4 per cento.

Il fatto che, nelle città italiane più importanti, l’unico candidato di centrosinistra a essere eletto al primo turno – con una netta sconfitta sia della destra sia del M5S – risponda a uno schema politico lontano dalle coordinate del renzismo, è l’elemento più interessante che emerge dalle comunali di Cagliari.

Zedda è stato sostenuto da una coalizione larga, che oltre al Pd e a Sel comprende Rifondazione, il Partito dei comunisti italiani, partiti sardisti e autonomisti e formazioni moderate di area cattolica.

Il segno politico e programmatico di Zedda e della sua maggioranza sembrerebbe in contrasto rispetto a quanto invece è accaduto, nel campo del centrosinistra, in altre grandi città.

Forse Cagliari, con la vittoria del sindaco uscente già al primo turno, indica un’alternativa che può essere vincente: esattamente come nel 2011 a Milano e a Cagliari e nel 2012 a Genova.

Zedda, dal voto di domenica a Cagliari viene davvero un messaggio politico di rilevanza nazionale?

Non so se il nesso tra il voto a Cagliari e il quadro politico nazionale sia così stretto. Certamente noi abbiamo lavorato, sin dall’inizio della scorsa legislatura, per tenere unita tutta la coalizione sulla base di scelte programmatiche serie e coerenti con quanto avevamo detto ai cittadini in campagna elettorale.

Questo non significa che non ci si siano stati momenti di confronto. Li abbiamo avuti, com’era normale che fosse. Ma li abbiamo anche superati puntando a soluzioni nelle quali tutte le diverse sensibilità politiche presenti all’interno della coalizione potessero riconoscersi. Alla fine il fatto di avere sempre messo al centro il programma e la sua attuazione, ha pagato.

Nei prossimi mesi però il problema del rapporto con il Pd si porrà inevitabilmente con la nascita di Sinistra italiana…

Vorrei dire innanzitutto che il rapporto del Partito democratico con la mia amministrazione, durante i cinque anni di governo appena trascorsi, è stato, a tutti i livelli, di grande correttezza e di lealtà reciproca.

Sì ma ci sarà un problema di rapporto tra Pd e sinistra?

Io penso che il metodo che è stato seguito a Cagliari: puntare su scelte programmatiche che rispondano insieme alle esigenze di giustizia, di tutela e di estensione dei diritti e di sviluppo sostenibile, sia la strada maestra da seguire. Sia a Cagliari sia a Roma. L’esperienza di Cagliari dimostra che uniti si vince.

A Cagliari il Movimento 5 Stelle ha ottenuto il risultato peggiore in Sardegna, almeno nelle grandi città, e uno dei più deludenti in Italia: sotto il 10 per cento. Perché?

Perché noi abbiamo tenuto uno stile di governo molto rigoroso. Nessuna delle accuse populistiche di corruzione generalizzata della politica agitate dal M5S in campagna elettorale poteva toccare la nostra amministrazione. Abbiamo tagliato spese superflue e sprechi e fatto scelte di sobrietà nella gestione delle risorse pubbliche, persino con rinunce personali. Da questo punto di vista, molti elettori hanno ritrovato nella nostra coalizione quello che avrebbero potuto cercare nel M5S.

Ora arriverà il fiume di denaro, 170 milioni, previsto dalla legge sulle città metropolitane voluta dal governo Renzi.

Sì, per la nostra coalizione sarà un compito delicato e importante. I prossimi anni per Cagliari possono segnare una svolta. Proseguiremo nel nostro impegno di mettere tutte le risorse disponibili al servizio di un progetto di crescita della città che risponda alle domande dei cittadini. Domande di lavoro, innanzitutto, ma anche di qualità dei servizi e di qualità complessiva della vita.

«La strada maestra è un programma che tutela e allarga i diritti unito alla sobrietà e all’onestà dell’amministrazione. Molti hanno ritrovato in noi quello che avrebbero potuto cercare nel M5S»Massimo Zedda



Related Articles

Cgil, ex segretari in piazza. Tranne Epifani

Loading

Verso il 25 ottobre. Per l’art 18 in piazza con il sindacato

Troppi uomini per Alemanno

Loading

ROMA Entra in giunta Rosella Sensi. Inizia la guerra interna per capire chi le farà  spazio
La giunta capitolina non rispetta il «ragionevole equilibrio» dei sessi. Lo dice il Tar

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment