by Enrico Franceschini, la Repubblica | 20 Giugno 2016 12:13
LONDRA. All’ultimo momento cambiano i sondaggi sul referendum. “Remain” va in testa o come minimo recupera terreno: 44 a 43% a favore di rimanere nell’Unione Europea secondo YouGov sul Sunday Times, 45 a 42 per l’istituto Survation, 44 pari per Opinium sull’Observer. È un trend che capovolge il vantaggio per Brexit, cioè per l’uscita dalla Ue, che era rimasto costante nelle settimane precedenti. I rilevamenti sono stati effettuati tra giovedì e venerdì: in parte lo spostamento dell’opinione pubblica potrebbe essere effetto della morte di Jo Cox, la deputata pro-Ue assassinata da un fanatico neonazista anti- immigrati; in parte, secondo gli esperti, sono gli elettori incerti che finiscono per preferire lo status quo, come succede spesso in consultazioni di questo tipo. Come che sia, a tre giorni dal voto torna a crescere la speranza che la Gran Bretagna resti in Europa.
Il fronte del Brexit appare a disagio e spaccato. Michael Gove, ministro della Giustizia, uno dei conservatori ribelli che dissentono dalla linea pro-Ue del premier Cameron, ammette che un controverso poster contro l’immigrazione presentato da Nigel Farage, leader dell’Ukip, il partito anti-europeo, gli ha fatto «venire i brividi». Lo stesso Farage sembra ammettere che una sconfitta è nell’aria, attribuendone la responsabilità allo shock per l’assassinio della parlamentare laburista: «Avevamo il vento in poppa, fino a questa terribile tragedia». E su Farage, diventato improvvisamente un alleato imbarazzante per i Tories schierati per Brexit, concentrano gli attacchi Cameron e il suo ministro del Tesoro Osborne. «L’uscita dalla Ue porterebbe una recessione e gravi rischi, sarebbe un grave errore da cui non potremmo tornare indietro», afferma il premier in un articolo sul Sunday Telegraph, «ma al di là delle conseguenze economiche dobbiamo decidere se scegliere la visione di Farage, che porta a ritroso la Gran Bretagna, divide invece di unire, o scegliere una Gran Bretagna tollerante e liberale, un Paese che non attribuisce la colpa dei suoi problemi ad altri, che guarda al futuro con ottimismo e fiducia». E Osborne si dice «disgustato » dal manifesto sugli immigrati dell’Ukip, paragonandolo alla «propaganda del nazismo». Intanto altri due giornali, il conservatore Mail on Sunday e il filo laburista Observer si schierano per “Remain”.
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