Nelle fabbriche di Marchionne i somministrati sono di serie B

Nelle fabbriche di Marchionne i somministrati sono di serie B

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Da una recente verifica effettuata dalle organizzazioni sindacali sulle buste paga dei lavoratori in somministrazione negli stabilimenti Fca, Cnh e Magneti Marelli, risulta che i somministrati abbiano percepito una retribuzione inferiore a quella dovuta. All’appello, stando ai calcoli della Fiom, mancherebbe l’adeguamento della «retribuzione base» di 140,6 euro per ogni mese di lavoro dal 1 luglio 2015, oltre all’incidenza sulla tredicesima mensilità e su tutti gli altri istituti contrattuali, ai quali va aggiunta la quota trimestrale dell’elemento retributivo per il raggiungimento degli obiettivi del piano industriale 2015-18, non erogata ai somministrati, pari a 82,5 euro a trimestre. In totale, oltre 3 mila euro l’anno in meno. Lo stesso vale per gli ex interinali stabilizzati grazie agli sgravi fiscali del governo. Eppure, in base a una direttiva del parlamento e del consiglio europei, al contratto nazionale delle agenzie per il lavoro e a quanto prevede lo stesso Jobs Act, i lavoratori somministrati hanno diritto alla parità di trattamento economico e normativo.

«I nuovi assunti – dice a il manifesto Gianluca Ficco, responsabile automobile della Uilm – dovrebbero avere il nuovo inquadramento sperimentale, articolato su tre livelli. Invece sono stati inseriti col vecchio inquadramento, che di livelli ne prevede sette. Una differenza che nei primi anni penalizza la retribuzione del dipendente. Dato che finora – prosegue – pur avendo posto la questione non abbiamo ottenuto nulla, abbiamo fissato un incontro con l’azienda in cui affronteremo sia questo problema, che riguarda solo i lavoratori Fca e Magneti Marelli, che quello della mancata erogazione del premio produttivo per i somministrati, che invece riguarda tutti gli stabilimenti. Siamo fiduciosi di portare a casa il risultato, altrimenti verificheremo come proseguire questa battaglia». Diversa è la posizione della Fim-Cisl, che con il coordinatore nazionale auto motive Raffaele Apetino esclude le responsabilità dell’azienda. «Il contenzioso che abbiamo aperto – afferma Apetino – non è con Fca, ma con le agenzie per il lavoro che devono erogare il premio, per questo le incontreremo a breve. Fiat-Chrysler è soltanto l’utilizzatore finale dei lavoratori in somministrazione e solo in questa misura è coinvolta in questa faccenda». L’emergere di posizioni differenti tra i due più importanti sindacati firmatari dell’accordo aziendale potrebbe far pensare a dei cambiamenti sul piano delle relazioni industriali, ma il riavvicinamento con la Fiom, non firmataria del contratto, resta una possibilità alquanto remota. A riguardo, Ficco della Uilm afferma: «Se esiste un premio di produzione, sia pure erogato in un modo che non ci convince, è merito dell’accordo che abbiamo firmato, non delle proteste della Fiom», mentre Apetino sottolinea come al momento «i dati parlano di una ripresa dell’industria automobilistica, con il rientro in fabbrica dei lavoratori, mentre la Fiom continua a non condividere questi percorsi».

I metalmeccanici Cgil rivendicano il primato su tutta la vicenda. Michele De Palma, responsabile automotive della Fiom, sottolinea: «Quando alcuni mesi fa tutti festeggiavano il bonus produttivo di Marchionne noi denunciavamo proprio in un articolo sul Manifesto che i somministrati sarebbero stati penalizzati. Ora, dopo che in quest’ultimo periodo abbiamo posto il problema alle direzioni degli stabilimenti scrivendo anche a Fca, finalmente se ne sono accorti anche gli altri e quell’articolo è tornato a circolare nelle fabbriche. Se non ci fossimo stati noi questo problema probabilmente non sarebbe neanche emerso. Su questo argomento – prosegue – avremmo voluto fare un’iniziativa comune, ma purtroppo gli elementi di bandiera stanno prevalendo sull’interesse collettivo, soprattutto ora che tra i sindacati firmatari stanno emergendo alcune differenze legate probabilmente alla firma di un accordo nazionale tra Fim e Assoquadri. Non si capisce perché – conclude – in Fca, dove la retribuzione base di un lavoratore è inferiore a quella degli altri metalmeccanici a parità di mansione, non si riesce a fare quello che stiamo facendo insieme al tavolo di Federmeccanica, dove chiediamo aumenti in paga base per tutti».



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