by Alessandro Trocino, Corriere della Sera | 31 Maggio 2016 9:57
ROMA Ci saranno incentivi per i Comuni che fanno accoglienza. Lo annuncia a Radio Vaticana il sottosegretario all’Interno Domenico Manzione. Intanto prosegue l’offensiva diplomatica italiana per portare il tema all’attenzione dell’Europa. Il ministro Maria Elena Boschi, tornata da Berlino, assicura che «la Germania appoggia il Migration compact nella sua struttura», anche se non condivide il suo finanziamento attraverso gli eurobond. Ma Renzi vuole accelerare. In particolare si aspetta che il Consiglio europeo del 29 e 30 giugno faccia dei concreti passi avanti e vorrebbe che in quella sede si decidessero iniziative «immediatamente operative».
Ma intanto gli sbarchi di migranti non si fermano, con un picco negli ultimi giorni che ha fatto arrivare gli arrivi a quota 47.740, ovvero il 4 per cento in più rispetto allo scorso anno. E non si placano neanche le polemiche politiche.
Il leader della Lega Matteo Salvini coglie l’occasione della festa della Repubblica per attaccare: «Il 2 Giugno? Cosa c’è da festeggiare? La fu Repubblica? La Repubblica invasa e occupata?». Parole alle quali replica subito il presidente del Consiglio: «Chi urla all’invasione di migranti è meschino». Non è affatto un’invasione, secondo Matteo Renzi: «I numeri sono sempre gli stessi, più o meno. Il fenomeno durerà anni e necessita di un’azione in Africa a livello europeo. Ovvero, investimenti in infrastrutture e cooperazione». Tra l’altro, ricorda il premier, la risposta concreta a chi dice «aiutiamoli a casa loro» arriva dai Paesi del G7, «che condividono l’impostazione del Migration compact». Controreplica di Salvini: «Sarò meschino, ma non schiavista, complice o fesso». Si inserisce a distanza nella polemica il presidente dell’Inps Tito Boeri: «Per l’Italia gli immigrati non sono un costo previdenziale. Ogni anno gli immigrati contribuiscono per 5 miliardi al sistema di protezione sociale, perché versano otto miliardi di contributi e ricevono 3 miliardi in prestazioni previdenziali o assistenziali».
Che non si tratti di un’invasione, lo dice anche il presidente della Camera Laura Boldrini: «Non è un’invasione, non è un fenomeno inaspettato: fino a che ci saranno guerre e violazioni dei diritti umani ci saranno fughe». Non la pensa così il capogruppo alla Camera Renato Brunetta: «Le cifre spaventose degli ultimi giorni dicono un sonoro e tragico “basta!” al modo con cui si sta affrontando l’emergenza immigrazione. Non possiamo guardare con sguardo distratto i bambini che annegano».
Che la questione degli sbarchi sia complessa e di difficile gestione lo conferma anche il rapporto annuale dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali. Secondo l’organismo Ue, «in Italia e in Grecia va verificato l’effettivo rispetto dei diritti fondamentali dei richiedenti asilo, per quanto riguarda i trattamenti e l’accoglienza ricevuti negli hotspot, i centri di registrazione dei migranti».
Manzione, nel promettere «incentivazioni» ai Comuni — «appena saremo in grado di quantificare anche l’intesa con il ministero dell’Economia e delle Finanze» — ha anche parlato della questione degli hotspot: «Sono operativi tutti e quattro. Non c’è nessuna difficoltà eventualmente a ipotizzarne altri».
Anche perché gli sbarchi proseguono. La Marina libica ammette che non riesce a fermare i barconi «perché in Libia manca un adeguato controllo a terra: controllare le frontiere del Paese esige uno Stato forte, in grado di affrontare i trafficanti».
Alessandro Trocino
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