LIVORNO, L’AVVISO di garanzia gli è arrivato intorno alle 11 di ieri mattina. E’ stato lo stesso Filippo Nogarin, il sindaco di Livorno del Movimento 5 Stelle ad andare a ritirare le carte all’ufficio postale. E’ così che ha appreso di essere indagato per concorso in bancarotta fraudolenta sulla gestione della società dei rifiuti, quella Aamps che già tanti problemi ha creato alla sua giunta e che ora è in concordato preventivo in continuità. Due ore dopo il sindaco ha pubblicato un post su Facebook in cui diceva di essere pronto a dimettersi se «nelle indagini preliminari dovesse emergere una condotta contraria ai principi del Movimento 5 Stelle». Ma ha anche rassicurato: «Sono fermamente certo di aver agito per il bene dell’azienda e dei livornesi, provando a salvare una situazione disastrosa lasciataci in eredità dal Pd, fin d’ora posso ribadire che nel Movimento 5 Stelle non si aspetta certo una sentenza per dimettersi, perché noi non siamo legati a nessuna poltrona».
Immediatamente sul suo profilo sono piovute decine di messaggi di solidarietà degli amici: la linea è “Siamo con te”, “vai avanti”. Il Movimento fa quadrato. Nogarin intanto tornato a casa ad Antignano, vicino al mare, si nega. Al campanello risponde una voce femminile: «Mi dispiace, non glielo posso passare. Non so se è in casa». Arriva la telefonata di solidarietà di Beppe Grillo: «Ti sosteniamo, siamo con te. Tieni duro, non ti lasciamo solo».
La mossa della procura per Nogarin non è una sorpresa. Scrive su Facebook: «Come già avevo previsto, ho ricevuto un avviso di garanzia legato al concordato Aamps». E’ lo stesso già recapitato nelle passate settimane all’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti, pure lui dei 5 Stelle. Ma nell’inchiesta aperta dalla procura si contano un’altra quindicina di indagati: dai vertici attuali a quelli precedenti. C’è anche l’ex sindaco Pd Alessandro Cosimi e due assessori di quella giunta di centrosinistra. L’indagine scatta nel 2015 dopo che un dossier del Ministero dell’Economia esamina i conti della società dei rifiuti al 100 per cento controllata dal Comune e trova dieci punti critici. I sospetti sono di bilanci alterati, denari pubblici mal impiegati, crediti non riscossi. Risultato: un debito che sfiora i 35 milioni di euro. Sotto osservazione gli ultimi 4 anni di gestione, i primi due e mezzo riguardano l’amministrazione Pd, quelli successivi la giunta Nogarin. Proprio il sindaco rivendica di «aver scoperchiato la pentola» decidendo – dopo contrasti nella sua stessa maggioranza – per la procedura di concordato in continuità di Aamps. L’avviso è dovuto probabilmente all’assunzione di 33 lavoratori precari di una società di cui la giunta aveva deliberato già il concordato. Gli atti contestati a Nogarin dai magistrati livornesi riguardano anche l’approvazione del bilancio contro il parere dei revisori dei conti.
Le reazioni politiche al sindaco pentastellato raggiunto dall’avviso di garanzia non si fanno attendere. Dal Pd il ministro Elena Boschi attacca: «Noi siamo garantisti e lo siamo anche con il sindaco di Livorno, non come esponenti del Movimento che sono garantisti con i loro e giustizialisti con gli altri». Aggiunge: «Il 21 per cento dei Comuni amministrati dal Movimento 5 stelle ha problemi con la giustizia, ma il loro grido onestà, onestà, onestà diventa omertà, omertà quando riguarda loro». E Debora Serracchiani, vicesegretario dem parla di «doppia morale»: «Il blog di Grillo – spiega incarna perfettamente lo spirito giustizialista a corrente alternata dei 5 stelle pretendendo di indossare il mantello dell’inquisitore ». Stamattina alle 11 a Livorno manifestazione di fuoriusciti ed espulsi dal M5S.