Adesso il governo punta sullo ius soli rimandati stepchild e eutanasia

Adesso il governo punta sullo ius soli rimandati stepchild e eutanasia

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Per ora è al palo di ottomila emendamenti, alcuni giudicati dal Pd «emendamenti farsa ». Ma la legge sullo ius soli, quella che consentirà ai bimbi di immigrati nati in Italia, «ai compagni dei nostri figli» – ripete Renzi – di essere cittadini italiani, è la prossima sfida sui diritti da incassare. Uno ius soli temperato, già approvato alla Camera dopo le solite infinite polemiche sette mesi fa, benché l’Italia sia tra i pochissimipaesi europei dove resista ancora la cittadinanza per discendenza, lo ius sanguinis. Legge ferma adesso al Senato, in commissione Affari costituzionali dove la presidente Anna Finocchiaro cerca di sciogliere nodi evitando il braccio di ferro che impantanerebbe tutto. «Poiché siamo alla vigilia delle amministrative, in piena campagna elettorale, Lega e Forza Italia tirano la corda. Aspetteremo giugno per accelerare», annuncia il dem Francesco Russo. E il capogruppo del Pd, Luigi Zanda assicura: «È una delle nostre priorità».

Dopo l’approvazione delle unioni civili, restano aperte e lontano da un approdo molte partite sui diritti.

REQUIEM PER LA STEPCHILD

Di certo la stepchild adoption, l’adozione del figlio del partner in una coppia gay, rischia di naufragare per sempre. Renzi ieri ha rassicurato i cattolici sul piede di guerra per le unioni civili: «Esiste lo spazio per parlare di adozioni? Dobbiamo essere molto franchi tra di noi, credo sarebbe opportuno guardarci negli occhi: non so se ci sono le condizioni in Parlamento ». E la riforma generale delle adozioni procede infatti lenta in commissione Giustizia. Donatella Ferranti, la presidente, ha previsto un calendario fitto di audizioni («Lunedì prossimo il ministro Guardasigilli Orlando, poi i ministri Costa, Lorenzin, Boschi che ha appena avuto la delega sulle adozioni), però prima di giugno non si entra nel vivo della discussione parlamentare.

OMOFOBIA

Sono state appena approvate le unioni civili, e Nichi Vendola, in Canada dove tre mesi fa è nato il figlio suo e del compagno Eddy, twitta: «Ora Parlamento e governo abbiano il coraggio di fare la legge contro l’omofobia, ferma in Senato dal 19 settembre del 2013». Non la sola legge sui diritti bloccata. «Sembra un porto delle nebbie, il Senato», denuncia Silvia Giordano dei 5Stelle elencando la legge sul cognome della madre (ok a Montecitorio a settembre 2014); quella sulla ricerca delle origini (primo via libera nel giugno del 2015). La ragione è politica, non certo di scarsa efficienza. «Abbiamo piuttosto un vitalismo senile», ironizza Russo, ricordando le leggi liquidate e in discussione nella Camera alta che sta per scomparire. La maggioranza al Senato è sul filo e le tensioni con gli alfaniani, provocano “stop and go”.

IL FINE VITA

Su un tema eticamente sensibile come il fine vita, andamento lento a Montecitorio. In commissione Affari sociali giacciono 15 proposte di legge dopo la cernita: il tema eutanasia è stato accantonato. Si affronterà quello del testamento biologico, senza riferimenti all’eutanasia. Paola Binetti, ex teodem ora centrista, che ieri ha detto Sì alla fiducia sulle unioni civili ma No al voto finale, avverte sul testamento biologico: «L’ipoteca che è stata posta sule unioni civili con una corsia iper privilegiata, rendono inopportune altre accelerazioni soprattutto su questioni eticamente sensibili».



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