Il 12 maggio, in coincidenza della somministrazione dei quiz nelle classi delle superiori, ci sarà la mobilitazione dell’Unione degli Studenti «Siamo studenti, non numeri». Previsto anche lo sciopero generale di Cobas, Unicobas e Gilda. Otto giorni dopo, il 20 maggio e non il 23 come già annunciato, faranno sciopero Flc-Cgil, Cisl e Uil scuola e Snals, sul contratto. Lo sciopero separato ha provocato polemiche con i sindacati di base i quali ritengono che i confederali abbiano spaccato il fronte sindacale contro la Buona Scuola.
Boicottiamo i test Invalsi 2016! – #Stopinvalsi: il video dell’Unione degli Studenti
Contro il sistema di valutazione basato sui questionari e un modello di didattica nozionistico e anti-democratico si è schierata la Flc-Cgil: «Il Ministero ha orientato questo sistema verso una deriva classificatoria e usa i risultati in maniera discrezionale». Il sindacato denuncia la violazione della privacy ai danni dei docenti che hanno dovuto seguire le prove nelle materie di italiano o matematica. Si rischia così di «trarre indebite valutazioni sul loro operato».
Nella scuola dei presidi-manager, voluta dal governo Renzi, la valutazione dei docenti potrebbe avvenire a partire dal rendimento dei loro studenti nelle prove Invalsi. E, in base ai risultati, il preside potrebbe attribuire il «bonus» del merito previsto dalla riforma Giannini-Renzi (la «107», sedicente «Buona Scuola») che sostituisce lo scatto stipendiale di anzianità, sostanzialmente abolito nella scuola e nel pubblico impiego da quando è iniziata la politica di austerità (2008-2010). «Si tratta di una schedatura dei bambini, dei docenti e delle scuole ed è finalizzata a differenziare le retribuzioni dei docenti – spiegano i Cobas – Questi test sono dannosi emotivamente Per la seconda della scuola primaria l’Invalsi propone la prova cronometrata di lettera, cronometro alla mano, per bambini di 7 anni».
«Di fronte al rifiuto di questo modello di valutazione ci siamo sentiti rispondere che la nostra è solo paura di essere valutati – argomentano gli studenti dell’Uds – Ci facciamo promotori di un’idea alternativa di valutazione, che non sia più utilizzata come mero strumento di controllo e di punizione, bensì come uno strumento di crescita collettiva e individuale, svincolato dalle logiche di mercato e di competitività». La somministrazione dei quiz costerà 14 milioni di euro.
Invalsizzazione della didattica INVALSI – il video dei Cobas