Ma se i neonazisti di Freital sono indagati per attentati e incendi, il processo contro Lutz Bachmann, che arriverà a sentenza entro la metà di maggio, intende invece sanzionare il linguaggio incendiario del leader di Pegida, la formazione apertamente xenofoba e anti-islamica che ha debuttato, anche’ssa due anni fa, a Dresda con le sue marce del lunedì sera che hanno riunito fino a decine di migliaia di persone. L’uomo, già condannato in passato, prima della sua discesa in campo con l’ultradestra, per rapina e traffico di cocaina, deve in particolare rispondere di alcune frasi che aveva affidato a facebook nel 2014, quando, al debutto dell’avventura di Pegida, definì i rifugiati come «feccia» e «bestie»: ingiurie che in base alla legge tedesca potrebbero costargli una condanna da pochi mesi fino a tre anni anche in virtù del suo ruolo pubblico.Uscito di scena per qualche tempo, dopo che il settimanale Bild aveva pubblicato alcune sue foto travestito da Adolf Hitler, Bachmann è tornato a guidare le adunate del lunedì a Dresda in un momento in cui Pegida si sta legando sempre più al partito Alternative für Deutschland, forza emergente della poltica tedesca, che nelle recenti elezioni regionali ha raccolto oltre il 13% a livello nazionale, ma il 24% in Sassonia, su una piattaforma apertamente xenofoba.
Sassonia, operazione contro l’estrema destra
di Guido Caldiron, il manifesto
Ci sono volute una crescita senza precedenti degli atti di violenza razzista e l’affermazione sul piano nazionale dei movimenti populisti e anti-immigrati perché le autorità tedesche decidessero di intervenire nei confronti dell’estrema destra. Epicentro dei fatti, il land ex Ddr della Sassonia che detiene il sinistro record delle aggressioni come del numero di gruppi xenofobi in attività.
Nei giorni in cui si è aperto davanti al tribunale di Dresda il processo per incitamento all’odio razziale che vede imputato Lutz Bachmann, leader del «movimento contro l’islamizzazione dell’Europa» Pegida, le forze dell’ordine hanno lanciato una vasta operazione nell’hinterland della capitale sassone che ha portato all’arresto di una decina di persone accusate di aver costituto, insieme ad altri neonazisti ancora ricercati, una vera e propria struttura paramilitare.
Gli arrestati, compresi tra i 18 e i 39 anni, provengono tutti dalla zona di Freital, una cittadina di oltre 40mila abitanti alle porte di Dresda. Si tratterebbe di uno dei molti nuclei di estremisti di destra che nel corso degli ultimi due anni hanno dato vita a una esclation di tipo terroristico contro migranti e rifugiati, culminata in decine di incendi e in più di un tentativo di omicidio. Tra il 2014 e lo scorso anno, si è infatti registrato un aumento di oltre il 25% delle violenze di carattere xenofobo compiute in tutto il paese. Percentuale che nelle regioni della ex Germania Est, a cominciare proprio dalla Sassonia, è però salita addirittura del 40%.
Secondo il ministro degli interni, Thomas de Maizière, l’operazione scattata nei dintorni di Dresda dimostrerebbe che «lo Stato si sta muovendo con decisione ed è in grado di infliggere colpi molto duri alle strutture terroristiche di estrema destra». In realtà, solo lo scorso anno l’Ufficio centrale per la protezione della Costituzione, l’intelligence interna, aveva però dovuto ammettere che proprio in Sassonia meno della metà delle azioni razziste, circa il 47% dei casi, ha avuto un qualche esito giudiziario con l’individuazione e la condanna dei responsabili.
Lutz Bachmann a processo
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