Renzi: «Quell’emendamento è roba mia Se vogliono interrogarmi sono qui»

by Alessandro Trocino, Corriere della Sera | 4 Aprile 2016 9:19

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ROMA Matteo Renzi si presenta da Lucia Annunziata, a In ½ h, e si assume tutta la responsabilità politica del caso «Tempa Rossa»: «Quell’emendamento è roba mia». Dopo le dimissioni del ministro Federica Guidi, il premier reagisce e ci mette la faccia, difendendo il ministro Maria Elena Boschi e negando «opacità» nella vicenda.

Renzi ripete più volte che il progetto non è un’iniziativa della sola Guidi: «Ho scelto io di fare l’emendamento e lo rivendico con forza. Le opere pubbliche sono state bloccate per anni, la scelta di sbloccarle è del mio governo. Vale per Tempa Rossa, come per Pompei, per Bagnoli come per la Salerno-Reggio Calabria». Il ministro Guidi, spiega, «ha fatto una cosa inopportuna». Ma le sue dimissioni immediate «dimostrano» la differenza con i governi precedenti. Annunziata chiede se succederebbe lo stesso in caso di responsabilità da parte del ministro Boschi. Renzi risponde che questa prassi «vale per tutti: anche per me». Ma, aggiunge, non ci sono responsabilità della Boschi: «È ministro per i Rapporti con il Parlamento ed è suo dovere valutare tutti gli emendamenti. È pagata per quello». Quanto agli illeciti e ai reati: «Siamo il Paese che quando qualcuno ruba, si bloccano le opere e non chi ha commesso il reato».

C’è chi parla di complotti: «Io non ci credo sin dai tempi dei gomblotti di Aldo Biscardi. Credo che ci sia legittimamente una battaglia politica contro di noi da parte di tante persone». La Boschi ha parlato di «poteri forti», ma Renzi svicola e minimizza: «Non definirei Grillo e Berlusconi poteri forti, piuttosto pensiero debole». E ancora: «A me dà noia quando mettono in discussione la mia onestà, sono un ragazzo di Rignano. Possono dirmi che non sono capace ma se mi dicono che sono disonesto mi partono i 5 minuti». Per questo la denuncia ai 5 Stelle: «Hanno detto che c’è un governo complice e colluso, ma se mi tolgono l’onore reagisco».

Annunziata chiede come sia possibile che non sapesse dell’inchiesta: «Non sapevo, ne abbiamo avuti troppi di premier che mettevano il becco nelle indagini. In un Paese civile c’è la distinzione tra potere giudiziario e legislativo. Se poi mi vogliono interrogare su tutte le opere che abbiamo sbloccato, sono qua». Ma da Potenza si fa sapere che i magistrati non avrebbero intenzione di sentirlo. Quanto alle lobby: «Mi fanno schiantare dal ridere quelli che parlano di lobby. Abbiamo fatto la legge sui reati ambientali, messo pene più dure sulle corruzione, nominato Cantone all’Anac, e stiamo facendo la legge sul conflitto d’interesse».

Oggi alle 15 Renzi affronta la direzione del Pd, che fu rinviata per la tragedia del bus spagnolo. Allora si parlava di «resa dei conti», stavolta l’aria è cambiata: «Basta parlare di noi, la gente ci chiede di smettere di litigare». L’unità del partito prima di tutto, visto che il centrodestra si è ricompattato. Sperando, come dice Roberto Calderoli, che il governo Renzi sia «alla frutta».

Alessandro Trocino

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