Assunzioni in calo, è il bluff del Jobs Act

by Antonio Sciotto, il manifesto | 20 Aprile 2016 8:53

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Il taglio degli incentivi scattato a gennaio ha svelato la propaganda del Jobs Act, e cioè che a creare lavoro, l’anno scorso, era stata la ricca decontribuzione assicurata alle imprese, e non la cancellazione dell’articolo 18: i dati pubblicati ieri dall’Osservatorio sul precariato Inps lo hanno confermato, registrando un – 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Dato che ricalca quello (un po’ più alto) segnato già in gennaio (-17%). E intanto – come se non bastasse – prosegue senza sosta la crescita esponenziale dei voucher, i ticket del lavoro usa & getta che dietro un’apparenza di legalità nascondono purtroppo tanti abusi: nel primo bimestre dell’anno l’incremento è stato di ben il 45% rispetto allo stesso periodo del 2015.

Mentre per chi assumeva nel 2015 era assicurato uno sconto per neoassunto fino a 8.060 euro annui per tre anni, l’Inps ricorda che da gennaio di quest’anno «la misura dell’agevolazione prevede l’abbattimento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro (esclusi i premi Inail) in misura pari al 40%», e cioè «entro il limite annuo di 3.250 euro», e soltanto «per un biennio».

Un calo netto, che ha determinato una minore propensione delle imprese ad assumere, ed ecco infatti i risultati: «Complessivamente – spiega l’Inps – le assunzioni (attivate da datori di lavoro privati) a febbraio 2016 sono risultate 341.000, con un calo di 48.000 unità (–12%) sul febbraio 2015; a gennaio il calo era risultato del 17%. Questo rallentamento ha coinvolto essenzialmente i contratti a tempo indeterminato: –46.000, pari a -33% sul febbraio 2015 (a gennaio la contrazione sul corrispondente mese 2015 era stata pari a -34%)». (Abbiamo riportato i neretti utilizzati dallo stesso istituto di previdenza, ndr).

Il trend delle assunzioni a tempo indeterminato è chiarissimo e non perdona: -34% in gennaio, e -33% in febbraio, cioè un terzo in meno rispetto a quelle registrate l’anno scorso.

Frenano pesantemente anche le trasformazioni da contratti precari a tempo indeterminato (a tutele crescenti, va precisato): «Il flusso di trasformazioni a tempo indeterminato è in forte contrazione (-50%)», registra l’Inps.

Lo stesso istituto, però, segnala anche una “attenuante”, presa a giustificazione poi dallo stesso ministero del Lavoro: i contratti in gennaio e febbraio sarebbero stati meno, a causa di un «effetto traino» dal dicembre 2015, ultimo mese in cui si poteva usufruire della decontribuzione più ricca, e che ha visto quindi una sorta di “corsa ad assumere”: «In quel mese – appunto dicembre 2015 – si sono registrati quasi 400 mila rapporti di lavoro instaurati – attivati o trasformati – con esonero contributivo, pari a quasi quattro volte la media degli 11 mesi precedenti (107 mila)».

Come già detto, prosegue il boom dei “buoni lavoro”: «Nel primo bimestre 2016 – dice l’Inps – sono stati venduti 19,6 milioni di voucher, del valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto al primo bimestre 2015, pari al + 45%».

Il saldo annualizzato dei contratti (la differenza tra assunzioni e cessazioni nell’ultimo anno) «a febbraio risulta positivo (+529 mila) ma inferiore rispetto al valore massimo registrato a dicembre (+605 mila) – dice l’Inps – Ciò vale in particolare per i contratti a tempo indeterminato, il cui saldo annuo a dicembre 2015 risultava pari a +911 mila e a febbraio 2016 risulta pari a +805 mila».

Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, cerca di guardare il bicchiere mezzo pieno: «Era prevedibile – dice in una nota – che il boom dei contratti a tempo indeterminato a dicembre 2015 assorbisse assunzioni normalmente previste per i mesi successivi». Si è di fronte a «un vantaggio anche per i lavoratori che hanno visto così anticipata la loro assunzione con un contratto a tempo indeterminato». «L’effetto positivo determinato sul mercato del lavoro dalle nuove regole introdotte dal Jobs Act e dalla decontribuzione è confermato anche dall’aggiornamento dei dati relativi all’intero 2015, che indicano un forte aumento dei contratti a tempo indeterminato (+ 911 mila) rispetto al 2014». Ma come abbiamo visto dai precedenti dati Inps la dinamica in febbraio è scesa a +805 mila.

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